di Ludovica Iacovacci
Se l’obiettivo era distendete i toni, la chiamata tra il Presidente della Francia Emmanuel Macron e il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non è andata a buon fine. Dopo il vertice telefonico, la piattaforma social X è stata il banco di sfogo per i due leader. Da un lato, la Francia accusa Israele di portare avanti un massacro contro Gaza; dall’altro, Israele reputa la volontà della Francia di creare uno Stato palestinese come “un premio al terrorismo”.
Il capo dell’Eliseo, premettendo che la Francia è in sostegno di Israele e del suo popolo, ha scritto che “il rilascio di tutti gli ostaggi è sempre stata una priorità assoluta, così come la smilitarizzazione di Hamas. […] Il cessate il fuoco è l’unico modo per garantire la liberazione degli ostaggi ancora tenuti da Hamas”. Poi Macron ha scritto che quello vissuto dalla popolazione civile di Gaza “è un calvario che deve finire”. Ha continuato: “L’apertura di tutti i punti di transito degli aiuti umanitari è una necessità cruciale per i civili di Gaza. L’ho visto ad El-Arish, aiuti bloccati dall’altra parte del confine. Devono arrivare ai civili il più presto possibile”. E ha concluso: “Cessate il fuoco, rilascio di tutti gli ostaggi, aiuti umanitari e, infine, riapertura della prospettiva di una soluzione politica a due Stati”. Poiché a giugno è prevista una conferenza di pace per la creazione di uno Stato palestinese, Macron ha terminato con un augurio: “È in questo contesto che concepisco la conferenza di giugno, tenendo conto degli interessi di sicurezza di Israele e di tutti nella regione. La pace, il prima possibile”.
Il giorno prima Macron aveva parlato con il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahamud Abbas, e aveva espresso “il suo pieno impegno per la liberazione di tutti gli ostaggi, il ripristino di un cessate il fuoco permanente e la consegna immediata di aiuti umanitari a Gaza”. Macron aveva inoltre sottolineato la necessità di creare un quadro per la fase post-bellica: “disarmare ed eliminare Hamas, istituire un sistema di governo credibile e riformare l’Autorità Nazionale Palestinese”.
La reazione di Netanyahu
Il messaggio francese ha lasciato profonda incomprensione nel premier israeliano che ha affermato: “La creazione di uno Stato palestinese è una ricompensa enorme per il terrorismo”, ha detto Netanyahu a Macron.
L’ufficio del Primo ministro israeliano ha scritto in una dichiarazione che “durante la conversazione, il primo ministro ha espresso una feroce opposizione alla creazione di uno Stato palestinese e ha detto che questo costituirebbe un enorme premio per il terrorismo”. La dichiarazione ha aggiunto: “Il Primo ministro ha fatto notare al presidente della Francia che fino ad oggi nessun corpo palestinese – compresi quelli dell’Autorità palestinese – ha condannato il massacro del 7 ottobre; e che nell’Autorità palestinese, i bambini sono istruiti per distruggere Israele e gli assassini di ebrei ricevono premi monetari. Il Primo ministro ha detto al Presidente della Francia che uno Stato palestinese che fosse istituito a pochi minuti dalle città israeliane diventerebbe una roccaforte iraniana del terrorismo; che la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica israeliana si oppone categoricamente – e che questa è stata anche la politica coerente e di lunga data del Primo ministro”.
Lo scontro tra Macron e Netanyahu nasce proprio dal fatto che la Francia si è detta favorevole alla creazione di uno Stato palestinese. “Dobbiamo andare verso un riconoscimento e quindi nei prossimi mesi ci andremo – aveva annunciato Macron in occasione di una conferenza insieme all’Arabia Saudita a New York – Il nostro obiettivo è farlo a giugno, insieme all’Arabia Saudita, per finalizzare questo riconoscimento reciproco”. L’annuncio aveva scatenato uno sfogo del figlio di Netanyahu, che aveva scritto in un post su X: “Fan….lo. Sì all’indipendenza della Nuova Caledonia! Sì all’indipendenza della Polinesia Francese! Sì all’indipendenza della Corsica! Sì all’indipendenza dei Paesi Baschi! Sì all’indipendenza della Guinea Francese! Fermiamo il neoimperialismo della Francia nell’Africa occidentale!”. Nonostante i richiami del padre per i toni del figlio, Benjamin Netanyahu condivideva e condivide tutt’ora il contenuto del messaggio, per questo ha detto rivolgendosi al leader francese: “Il presidente Macron si sbaglia gravemente, poiché continua a spingere l’idea di uno Stato palestinese nel cuore della nostra terra, che mira solo a distruggere lo Stato di Israele. Fino a questo momento, nessuno in Hamas o nell’Autorità palestinese ha condannato le atrocità del peggior massacro sugli ebrei dall’Olocausto, il che attesta la loro vera visione dello stato ebraico. Non accetteremo lezioni di morale sulla creazione di uno Stato palestinese che possa mettere in pericolo l’esistenza di Israele da parte di coloro che si oppongono all’indipendenza della Corsica, della Nuova Caledonia, della Guyana francese e di altri territori la cui indipendenza non minaccerebbe in alcun modo la Francia”.
La chiamata che ha tentato di collegare Parigi a Gerusalemme più che un colloquiale vertice a distanza è sembrato un dialogo tra sordi.