Svezia sotto pressione: Eurovision 2024 nell’ombra delle tensioni globali

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di Redazione
Si avvicina il tanto atteso Eurovision Song Contest 2024, la 68ª edizione di questo prestigioso concorso canoro annuale, che si terrà dal 5 all’11 maggio nella città svedese di Malmö. L’evento sarà articolato in due semifinali e una finale, con particolare attenzione alla massima sicurezza durante lo svolgimento. Gli organizzatori, anticipando il clima di tensione, hanno già ricevuto richieste per tenere manifestazioni pro e contro Israele fuori dall’arena, ma stanno altresì pianificando la gestione di proteste anche all’interno del contesto.

La complessa situazione globale, segnata dalla guerra in Ucraina, in Medio Oriente  e dall’aumento del livello di minaccia in Svezia a partire da agosto, dopo gli sconvolgimenti causati dagli incidenti legati alla profanazione del Corano che hanno suscitato reazioni nel mondo musulmano, rendono evidente che gli organizzatori hanno già dovuto affrontare numerosi impegni per garantire il corretto svolgimento di questo grande evento musicale dal vivo.

Il capo della sicurezza della città di Malmö, Ulf Nilsson – come riferisce il  Times of Israel – ha descritto la complessa situazione globale che influisce sulle precauzioni di sicurezza: «Abbiamo il conflitto tra Israele e Hamas, la guerra in Ucraina che ha colpito la Svezia, un rischio maggiore di guerra ibrida, ci sono attacchi informatici». Con queste parole, Nilsson ha delineato un panorama carico di sfide e incertezze, riflettendo il clima di inquietudine che permea la città che ospita una comunità multiculturale di 360.000 abitanti provenienti da 186 Paesi.

Nel tessuto urbano di Malmö, dove le diverse culture si intrecciano, la polizia si prepara a gestire le potenziali tensioni che potrebbero sorgere in concomitanza con l’Eurovision. «Non è raro per noi vedere conflitti in tutto il mondo influenzare il nostro lavoro e la vita quotidiana dei residenti di Malmö», ha affermato il portavoce della polizia Niels Norling, sottolineando la resilienza della comunità di fronte alle sfide globali.

La dimensione geopolitica del concorso diventa evidente con il coinvolgimento della comunità palestinese svedese e le tensioni legate al conflitto tra Israele e Hamas. Norling ha rivelato che già «un paio di mesi prima dell’evento avevamo ricevuto richieste per tenere manifestazioni sia a sostegno della partecipazione di Israele all’Eurovision che contro di essa», evidenziando le divergenze che si riflettono anche nelle strade di Malmö.

Mentre l’attenzione si concentra sugli aspetti di sicurezza, gli organizzatori dell’evento, insieme all’EBU (European Broadcasting Union), stanno mettendo in atto misure preventive e piani di contingenza per affrontare qualsiasi eventualità. Il produttore esecutivo Ebba Adielsson ha dichiarato: «Stiamo pianificando tutti i tipi di scenari», preparando la città ad affrontare manifestazioni sia dentro che fuori dall’arena.

La controversia politica che circonda l’evento si manifesta anche attraverso petizioni e appelli al boicottaggio. Tuttavia, nonostante le pressioni e le tensioni, l’Eurovision rimane un evento di grande richiamo internazionale, con Karin Karlsson del Consiglio comunale di Malmö che osserva con orgoglio l’entusiasmo crescente: «L’Eurovision 2024 è molto più grande rispetto al 2013, è un evento che è cresciuto, sia nella competizione televisiva che negli eventi nella città ospitante».

Ma non tutti condividono lo stesso entusiasmo. Monia Aissaoui, un’insegnante del luogo, ha espresso il suo dissenso, annunciando il suo boicottaggio personale dell’evento: «L’Eurovision Song Contest fa parte del mio DNA. Ci sono cresciuta. Ma quest’anno lo boicotterò». Con queste parole, Aissaoui riflette il dibattito etico e politico che circonda il contesto dell’Eurovision, evidenziando la complessità delle opinioni e delle reazioni che suscita.

 

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