di Pietro Baragiola
Lunedì 9 dicembre i media arabi e israeliani hanno diffuso quelli che sembrerebbero nuovi e importanti progressi sul fronte dei negoziati tra Hamas e Israele.
Secondo le ultime notizie, Hamas avrebbe inviato al Cairo un elenco dettagliato degli ostaggi che è disposto a rilasciare come parte di un nuovo accordo di cessate il fuoco tra le due fazioni.
Tuttavia, una dichiarazione inviata alle famiglie degli ostaggi direttamente dall’ufficio del coordinatore del governo israeliano per i colloqui di pace ha sfatato la veridicità di questi aggiornamenti, invitando il pubblico a fare affidamento solo sulle informazioni rilasciate da fonti autorizzate.
“Nelle ultime ore, la stampa araba ha rilasciato diverse notizie sui negoziati per riportare a casa gli ostaggi. Queste notizie, diffuse anche in Israele, sono inesatte” ha affermato il comunicato stampa rilasciato lunedì dal governo israeliano. “Continuiamo a prendere tutte le misure necessarie per assicurare il ritorno degli ostaggi e ci teniamo a mantenere una rigorosa sicurezza delle informazioni su questo argomento.”
La notizia smentita
La notizia è partita dopo che diverse fonti all’interno di alcuni gruppi terroristici palestinesi, tra cui la Jihad islamica e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, hanno affermato che Hamas avrebbe chiesto loro di compilare accurati dossier con tutte le informazioni sugli ostaggi trattenuti a Gaza, in preparazione di un potenziale accordo con Israele. Questi dossier avrebbero dovuto includere le condizioni mediche degli ostaggi e la loro esatta ubicazione.
Lunedì il quotidiano qatariota The New Arab ha pubblicato un articolo secondo cui Hamas avrebbe inviato una delegazione al Cairo per consegnare un elenco degli ostaggi rimasti e una lista con i nomi di centinaia di terroristi palestinesi, prigionieri della sicurezza palestinese, di cui chiedeva immediatamente il rilascio.
Secondo The New Arab, l’intelligence egiziana del Magg. Gen. Hassan Rashad avrebbe ricevuto solo i nomi degli ostaggi israeliani anziani o malati che sarebbero stati rilasciati nelle fasi iniziali della tregua, includendo quattro prigionieri con cittadinanza statunitense che non sarebbero rientrati in questa categoria.
Questa notizia è stata diffusa sulle emittenti saudite Al-Hadath, Al Arabiya e AlJadeed, coinvolgendo persino le principali reti israeliane e citando grandi progressi nei colloqui tra Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti.
L’ufficio del Primo Ministro Israeliano è intervenuto subito per smentire l’inesattezza della notizia, con la promessa di fare ulteriori indagini sull’accaduto.
Le possibilità di un accordo
Erano 251 gli ostaggi catturati da Hamas durante il massacro del 7 ottobre.
Dopo il cessate il cessate il fuoco di fine novembre 2023, che ha permesso a 105 rapiti di tornare a casa dai propri cari, non ci sono più stati accordi risolutivi per garantire il rilascio dei prigionieri rimasti e le truppe dell’IDF sono riuscite a liberare solamente altri 8 ostaggi e a riportare a casa i corpi di 38 vittime di Hamas.
Tuttavia, il cessate il fuoco in Libano e i recenti sviluppi internazionali, tra cui la minaccia del neo eletto Donald Trump di ‘far pagare l’inferno ad Hamas se gli ostaggi non verranno liberati tutti entro il 20 gennaio’, sembrano aver dato un incentivo in più ai colloqui di pace tra le due fazioni.
Domenica le famiglie degli ostaggi sono state ricevute dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per approfondire insieme i recenti sviluppi. Durante l’incontro, il premier ha affermato che ‘questo è il momento giusto per un accordo sugli ostaggi’ e che ‘la caduta del regime di Assad in Siria potrebbe aver contribuito notevolmente a far progredire le trattative’.
Il Ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha dichiarato durante la conferenza stampa a Gerusalemme di lunedì che i negoziati sono tutt’ora in corso e che, sebbene sia ancora troppo presto per esserne certi, le prospettive per un accordo sono molto migliorate.
“Possiamo essere più ottimisti di prima, ma non ci siamo ancora. Spero che ci arriveremo” ha affermato Sa’ar, ribadendo la posizione israeliana secondo cui gli ostaggi ancora detenuti devono essere tutti liberati prima che Israele accetti la fine dei combattimenti. “Non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza senza un accordo che comprenda il rilascio degli ostaggi.”
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