Il ministro tedesco degli esteri Heiko Maas

No-Mask si paragonano alle vittime del nazismo. L’ira del ministro tedesco Heiko Maas

Mondo

di Marina Gersony
Negano l’evidenza, rifiutano le misure restrittive imposte dal Governo per combattere il Coronavirus, ma soprattutto si sentono perseguitati da un Sistema che liquidano tout court come una «dittatura sanitaria». Sono i negazionisti tedeschi, presenti a tutte le latitudini in tempi di pandemia, che preferiscono definirsi No-Mask. Tutto questo in un momento storico in cui i contagi nel mondo continuano a crescere imponendo ai governi di adottare regole sempre più restrittive sugli assembramenti, l’uso della mascherina nei luoghi pubblici e il rispetto delle norme igieniche.

A protestare sono i manifestanti No-Mask tedeschi, che sabato scorso si sono paragonati nientemeno che alle vittime del nazismo. Durante un comizio ad Hannover, una giovane manifestante ha detto di sentirsi «come Sophie Scholl», la studentessa tedesca giustiziata dai nazisti nel 1943 per il suo ruolo nella Resistenza. Non solo: come riporta The Times of Israel,  la settimana scorsa a Karlsruhe, una ragazzina di undici anni si è paragonata addirittura ad Anne Frank dopo aver dovuto festeggiare il suo compleanno «in silenzio» (probabilmente in camera sua in solitudine, ndr).

L’infausto paragone ha suscitato le proteste indignate sul web ma anche l’approvazione di chi ha condiviso l’oltraggiosa e impropria analogia che mette in relazione fatti, situazioni e personaggi che nulla hanno in comune.  (La polizia di Karlsruhe ha ritenuto il confronto «inappropriato e di cattivo gusto»). Un’analogia che la dice lunga su come una comunicazione falsa, ambigua, ripetitiva e martellante possa influenzare/condizionare le menti più giovani, fragili o inconsapevoli.

Immediata la reazione di Heiko Maas (nella foto), ministro degli Affari Esteri dal 14 marzo 2018 nel governo Merkel, che ha parlato di sciocchezze e di assurdità. Domenica scorsa, in un tweet, Maas ha bacchettato duramente i manifestanti No-Mask e le loro discutibili teorie che li ha portati ad equiparare loro stessi alle vittime del nazismo. Senza peli sulla lingua, il ministro li ha accusati di banalizzare l’Olocausto e di schernire il coraggio mostrato dai combattenti della Resistenza.  «Chiunque oggi si paragoni a Sophie Scholl o Anne Frank si fa gioco del coraggio che c’è voluto per resistere ai nazisti -, ha dichiarato Maas in un tweet -. Un simile atteggiamento banalizza l’Olocausto e rivela un inammissibile oblio della storia. Non c’è alcun collegamento tra le proteste contro le restrizioni anti-coronavirus e i combattenti della resistenza. Nessuno!», ha aggiunto sdegnato il ministro.

Le misure adottate dal Governo tedesco per contenere l’epidemia hanno scatenato grandi proteste in Germania, riunendo attivisti di sinistra radicale, cospirazionisti ed estremisti di destra. In diverse occasioni, la polizia ha disperso migliaia di manifestanti, la maggior parte dei quali non indossava la mascherina, usando gas lacrimogeni e getti d’acqua.

(Foto: sito Europarlamento)