Nemici-amici, in nome della scienza

Mondo

di Daniela Ovadia

La scienza può dividere le nazioni in guerra, come è accaduto per la messa a punto della bomba atomica, ma può anche essere un veicolo molto potente di collaborazione. Ben lo sanno gli scienziati che lavorano al mega acceleratore di particelle del CERN di Ginevra che, in questa primavera del 2013, hanno sostenuto economicamente e partecipato alla formazione dello staff che lavorerà presso SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East), un centro di ricerca dotato di un particolare tipo di acceleratore di particelle, che avrà sede in Giordania ma che ospiterà scienziati di Paesi che non hanno relazioni amichevoli, compresi alcuni israeliani. Israele è infatti uno dei Paesi fondatori di SESAME anche se ha già accesso ad altre strutture analoghe in Europa, prima fra tutte il CERN stesso.

«A SESAME lavoreranno fisici e scienziati dal Bahrein, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Pakistan, Turchia e Autorità Palestinese» spiega Khaled Toukan, il direttore del centro. La fonte di luce che si ottiene con il sincrotrone (il particolare acceleratore installato in Giordania) permette di studiare, come con un gigantesco microscopio, le proprietà dei materiali, alcuni processi biologici e persino reperti archeologici. Tra gli scopi del progetto, anche quello di evitare la fuga dei migliori cervelli della regione, promuovendo possibilità di carriera scientifica nel Medio Oriente.

Che Israele faccia parte del Paesi membri non stupisce, dato che si tratta del posto scientificamente più avanzato della regione, ma è un vero miracolo diplomatico, come sottolinea Chris Llewellyn Smith, ex direttore del CERN dal 1994 al 1998 e presidente del consiglio direttivo di SESAME sulla rivista Science and Diplomacy: «SESAME è diventato operativo in questi mesi. Da metà 2013, gruppi di scienziati da tutti i Paesi membri si recano periodicamente presso la struttura, ciascuno con proprio progetto oppure con progetti comuni. SESAME ha attraversato momenti molto difficili, compresa l’uccisione, in un attacco terroristico, di due dei suoi membri iraniani, i fisici Masoud Alimohammadi e Magid Shahriari. Un giudice iraniano ha accusato i servizi segreti israeliani di essere gli autori di questi omicidi e l’intero programma ha subito una battuta d’arresto. Ma la scienza, e soprattutto gli scienziati, sanno che la conoscenza non ha confini né barriere: se vogliamo costruire una cultura di pace, dobbiamo cominciare dalle teste pensanti di ciascun Paese».

Alcuni progetti di SESAME potrebbero avere ricadute di tipo militare e questo ha suscitato polemiche in Israele, specie tra chi pensa che la sicurezza sia stata messa in secondo piano in nome di un ideale astratto di pace e condivisione scientifica.

SESAME ha però solide radici: già il pakistano premio Nobel per la fisica Abdus Salam aveva proposto, negli anni Settanta, di fare del Medio Oriente un polo per la ricerca avanzata nelle scienze dure. La sua idea è stata fortemente sostenuta dal fisico teorico italiano Sergio Fubini, per molti anni direttore del gruppo mediorientale di ricerca del CERN di Ginevra. Ha dare la svolta, nel 1999, sono state l’UNESCO, che ha patrocinato il progetto, e l’Unione Europea, che l’ha sostenuta anche economicamente. I costi di mantenimento sono elevati e, nel marzo 2012, Iran, Israele, Giordania, Turchia hanno stanziato ciascuno 5 milioni di dollari di capitale, oltre a quello investito per la fase di start-up, mentre Egitto, Pakistan e Autorità Palestinese stanno pensando di contribuire con cifre dai 2 ai 5 milioni di dollari a testa.

«SESAME dovrebbe stare a cuore a tutti coloro che vogliono la pace in quella regione del mondo e un progresso scientifico condiviso. Oltre alla sfida economica, i membri del gruppo devono fronteggiare problemi molto concreti, come le restrizioni nei permessi di spostamento», spiega Smith. «Finora hanno potuto incontrarsi in Giordania, ma altre riunioni programmate in Egitto, Cipro, Israele o Turchia sono saltate per difficoltà burocratiche». Comunque sia, per chi crede nel valore universale della conoscenza scientifica, SESAME è la realizzazione di una utopia: quella della convivenza pacifica in nome del progresso.