Metapedia, l’enciclopedia antisemita e negazionista che scheda i giornalisti ebrei

Mondo

di Laura Brazzo, Fondazione CDEC

“Sembrerebbe ebrea” scrive Hu1; “Il naso adunco e gli occhi piccoli mi dicono che è ebrea, ma non riesco a trovare alcuna fonte che lo confermi” risponde Basileus. “Certamente se una persona ha questi caratteri, io la includerei fra i cripto-ebrei. Del resto quale ebreo dice mai di esserlo?” aggiunge Galileo.

Leggendo questo scambio di battute, se non fosse per lo pseudonimo del primo interlocutore, si potrebbe pensare di trovarsi di fronte all’estratto di qualche romanzo o novella antisemita di fine Ottocento. E invece no, siamo alla fine del 2012 e non è né un romanzo, né uno scherzo di cattivo gusto; è tutto terribilmente vero, terribilmente vivo e reale e inquietante, e soprattutto,  alla luce del sole (della rete).

Si tratta infatti dello scambio di battute fra tre utenti di Metapedia, l’enciclopedia alternativa di cultura, arte e scienza – così si definisce – in tutto e per tutto simile a Wikipedia, anche nella vesta grafica. I contenuti però sono esplicitamente antisemiti e negazionisti. E ci si impiega neanche trenta secondi a capirlo. E’ sufficiente dare uno sguardo alle pagine la compongono, leggere le prime due righe per esempio,  della voce Anne Frank, dare un’occhiata anche rapida e superficiale alla home page. Se poi, con una certa dose di coraggio ci si inoltra a leggere la voce “Jews“, qualsiasi dubbio viene fugato: definizioni aberranti, degne di ben altre epoche.

La persona sulle cui origini ebraiche i tre “commentatori” discettano, è Maria Margaronis, giornalista e saggista greca, corrispondente per The Guardian e The nation, oltre che autrice di articoli per la  London Review of Books e  il Times Literary Supplement. In Italia di recente Margaronis ha pubblicato un saggio sull’antisemitismo in Grecia alla fine dell’Ottocento, uscito sulla rivista di studi “Quest. Issues in Contemporary Jewish History”.
Margaronis ha scoperto il suo “profilo” su Metapedia, pochi giorni fa, casualmente, facendo una banale ricerca su Google.

Su di lei si legge: “esponente della middle-class, anti-greca, propagandista per media comunisti, sposata con un giornalista ebreo”. E ancora: “Agitatrice eurofobica”, la Margaroni sarebbe “promotrice del genocidio demografico dei greci e nemica del popolo, sostenitrice di un’organizzazione estremista, apertamente comunista chiamata Synaspismos”.

La foto che accompagna il “profilo biografico” ha suscitato i tremendi commenti sui suoi tratti somatici, citati all’inizio e l’ “idea” di una nuova pagina di Metapedia: “Forse si dovrebbe aprire una pagina di Metapedia in cui si segnalano le caratteristiche fisiche di una possibile origine ebraica. Questa pagina potrebbe contenere delle immagini di esempio, e potrebbe essere molto utile come guida pratica. Per esempio un aspetto maschile per le donne e un aspetto femminile per gli uomini? Le lentiggini potrebbero indicare che si tratta di un’ebrea?  Non credo che lo siano, ma una volta qualcuno mi ha detto che lo sono.”

Fra le pagine che invece già esistono su Metapedia, vanno segnalate “Gentili con coniugi ebrei”, “Comunisti in Grecia”, e “Propagandisti contro Golden Dawn”. Fra questi ultimi compare il nome di un giornalista della BBC, Mark Lowen a proposito del quale si legge: “Corrispondente da Atene nel 2013, definisce Alba Dorata, un partito ‘fascista’ e piange grosse lacrime per i musulmani, che sono ostacolati nella costruzione di moschee ad Atene. E’ anche molto dispiaciuto per i parassiti asiatici e africani in cerca di benessere, cui è stato proibito di viaggiare in Europa e in Grecia.”

Nella lettera che Margaroni ha fatto circolare in questi giorni, dice di essere certa che dietro la costruzione del suo “profilo biografico” su Metapedia, ci siano gli esponenti di Alba Dorata. I commenti di Basileus, di Hu1 e di Galileo, risalgono infatti a due giorni dopo il suo articolo sul Guardian a proposito delle violenze (“torture”) commesse ad Atene dalle forze dell’ordine sui manifestanti antifascisti, duranti gli scontri con quelli di Alba Dorata.

Altri giornalisti, fa notare la Margaronis, avevano inviato le loro corrispondenze all’estero su quei fatti – Joanna Kakissis, Paul Mason, Helena Smith – ma gli unici che compaiono sulle pagine di Metapedia sono, appunto, la Margaronis – sposata con un giornalista ebreo, comunista del Guardian, D. D. Guttenplan, secondo quanto riportato da Metapedia – e Mark Lowen, corrispondente della BBC,  ebreo, nipote di Natalia Karp, pianista inglese di origini ebree polacche (sono sempre informazioni riportate da Metapedia) sopravvissuta alla Shoah. Accanto ai nomi di Guttenplan e Lowen (come accanto a tutti i nomi di ebrei), è presente una stella di David gialla.

Dalla “selezione” operata da chi scrive e pubblica su Metapedia, si deduce la volontà conclamata degli esponenti di Alba Dorata, di stilare una lista dei giornalisti ebrei che con il loro lavoro denunciano apertamente soprusi e violenze del movimento neonazista greco.

Sin dai suoi primi successi elettorali, sui giornali di tutta Europa si sono sottilineati i pericoli insiti nell’affermazione di un partito come Alba Dorata, ma anche il ruolo, tutto sommato marginale del suo antisemitismo – le uscite negazioniste del presidente di Alba Dorata, in piena campagna elettorale, apparivano come un “trucco” propagandistico, un modo per far parlare di sè e di Alba Dorata i giornali e i media di tutta Europa (e non solo). Così peraltro le aveva intepretate anche il presidente della Comunità ebraica di Atene che in un’intervista rilasciata al Bollettino della Comunità ebraica di Milano lo scorso giugno, si era detto sì preoccupato dell’ascesa di Alba Dorata, ma anche di non intravedere pericoli per gli ebrei greci.

Alla luce di Metapedia e del ruolo consistente che in essa svolgono gli esponenti di Alba Dorata, questa prima lettura  del movimento nazionalista e xenofobo greco, va decisamente aggiornata. Non solo, l’attenzione dei media e della classe politica democratica, per questo genere di fenomeni, che si sviluppano e crescono fuori di ogni controllo sul web, merita nuove riflessioni ma soprattutto nuove e rapide strategie di contrattacco.