Expo a Dubai, Israele: “Connettere le menti, creare il futuro”

Mondo

di Paola Avigail Senigaglia

Il Keren Kayemeth LeIsrael negli Emirati Arabi

Il 7 ottobre è stato inaugurato all’Expo di Dubai il Padiglione di Israele alla presenza del Ministro del Turismo israeliano e del Ministro degli Emirati Arabi per la piccola e media impresa. Il Padiglione è stato realizzato dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con il Keren Kayemeth LeIsrael e la società Israel Electricity.

Quali sono le linee guida di questa tanto attesa Esposizione Universale? L’Expo nasce per divulgare idee e incentivare la collaborazione tra Paesi, nella consapevolezza delle diversità culturali e promuovendo la creatività e i talenti più brillanti. I 192 Paesi partecipanti dovranno affrontare tematiche come la sfida alle malattie, la lotta ai cambiamenti climatici, l’accesso all’acqua pulita, il miglioramento dell’istruzione e l’avvio a soluzioni di pace. È dunque il momento di unire le forze per apportare cambiamenti significativi, sfruttando le innovazioni tecnologiche e utilizzando i fondi a disposizione in investimenti sostenibili.

La presenza ufficiale del padiglione israeliano è un evento storico: l’ultimo step di un percorso iniziato con gli Accordi di Abramo, di grande rilevanza per le relazioni tra Israele e i Paesi Arabi. Il padiglione è completamente aperto, proprio come una tenda mediorientale: la sua arcata scintillante, costituita da una struttura trasparente, crea l’illusione ottica di assenza di confini. Evoca la società israeliana: aperta, democratica, eterogenea che afferma ogni giorno l’uguaglianza dei diritti a tutti i suoi abitanti. Sullo sfondo prospettico del padiglione si può ammirare l’iscrizione ‘verso il domani’, messaggio positivo per un cammino comune, realizzato con grandi caratteri ebraici e arabi fusi insieme che creano un notevole impatto emotivo. Sulle pareti scorrono i video che mostrano i progressi nel campo dell’high-tech come le pale eoliche, nonché i siti storici israeliani.


Il padiglione ha in programma una serie di eventi aperti a tutti che potranno essere seguiti anche dalla pagina Facebook di KKL–JNF (Keren Kayemeth Israele). In occasione dell’evento di presentazione del DeserTech International Innovation Center, il ministro israeliano per la protezione ambientale Tamar Zandberg ha valutato possibili cooperazioni con i Paesi che affrontano problematiche simili a quelle israeliane mentre lo scienziato Doron Merkel ha spiegato come il KKL, la più grande ONG ambientale di Israele, sia in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici e nel promuovere studi e ricerche.

Una delle maggiori sfide sarà rispondere alle richieste di acqua e cibo con un impatto diretto sul benessere di tutte le popolazioni. Qual è il ruolo d’Israele in questo processo? Negli ultimi decenni, il KKL ha svolto un ruolo chiave a livello internazionale nella silvicoltura delle terre aride grazie a un approccio multidisciplinare all’imboschimento, alla gestione dei bacini idrografici e alla conservazione del suolo. Numerosi sono i suoi interventi a forum e a progetti forestali congiunti con altri Paesi. Un secolo fa, in Israele, l’imboschimento serviva a rendere verde e “vivibile” un luogo desolato: oggi, invece, oltre a migliorare il paesaggio e a fornire spazi aperti per gli abitanti, è necessario salvaguardare la biodiversità e promuovere i servizi ecosistemici. La speranza è che questa Expo riesca ad incoraggiare la cooperazione tra Paesi, avviare un nuovo modo di pensare e attuare soluzioni innovative per migliorare la vita di tutti.

© Foto e video Dan Diwald