“Rinascita” e l’inutile difesa di Giacobazzi

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Proprio ieri, 12 marzo, la storica Anna Foa, interveniva su l’Unione Informa per “rivelare” il suo sconcerto di fronte alla scoperta dell’esistenza in Italia di un giornale non solo negazionista ma, nè più, nè meno, neonazista. “Ho scoperto l’esistenza di un quotidiano neonazista in Italia da alcuni suoi articoli ripresi sulla Rassegna dell’UCEI”, anzi inizialmente il fatto che si chiamasse Rinascita, la vecchia testata del PCI, mi aveva messo fuori strada. Rinascita è più che negazionista, anche se naturalmente ospita molti negazionisti sulle sue colonne. È proprio neonazista.”
A suggello di questa “scoperta” arriva oggi, proprio su “Rinascita” un articolo di Ernesto Ferrante che riprende la polemica della scorsa settimana sui manifesti antisemiti esposti all’università Cattolica di Milano. I manifesti contenevano, fra le altre cose,  l’invito alla presentazione del libro di Andrea Giacobazzi “Il fez e la Kippah”.
Chi legge Mosaico ricorderà le dichiarazioni del vicepresidente della Comunità di Milano, Daniele Nahum: “Chiediamo all’Università e al Rettore che quei manifesti vengano tolti, perché ci offendono in quanto cittadini di religione ebraica”. Nei giorni successivi sulla questione è intervenuto anche il parlamentare del PD Emanuele Fiano, che ha chiesto l’applicazione della Legge Mancino agli studenti della Comunità Antagonista Padana, movimento fuoriuscito dal MUP (Movimento Universitario Padano), vicino alla Lega.
L’articolo di “Rinascita” di oggi, riprende l’intera questione, riprende le dichiarazioni di Nahum e di Fiano e, infine, grida alla “censura preventiva” andata ad abbattersi contro Andrea Giacobazzi.

“I perennemente offesi – scrive Ernesto Ferrante – hanno ritenuto oltraggiosa la presenza nell’atrio dell’Università Cattolica, a Milano, negli spazi del gruppo studentesco della Comunità antagonista padana (cellula che si è staccata dal Mup, il movimento universitario padano vicino alla Lega Nord), di due manifesti con la copertina del suo secondo libro, sulla quale campeggia una vignetta degli anni ’30, già riprodotta da Renzo De Felice nella sua “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”, raffigurante un ebreo che pare sussurrare qualcosa in un orecchio a Mussolini”.

Giacobazzi a sua volta utilizza le colonne di Rinascita per la sua autodifesa: “Ritengo la polemica sull’immagine di copertina totalmente strumentale: stiamo parlando di un documento storico. Se veramente si credesse alla tesi dell’immagine pericolosa, si dovrebbero ritirare dalla circolazione tutte le copie del libro del grande storico Renzo De Felice “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”. E’ riportata anche lì”.

Il fatto è che come per tutti i documenti storici, anche per le immagini vale l’interpretazione e il contesto in cui esse vengono presentate. Giacobazzi, da storico e ricercatore serio quale è secondo Ferrante, dovrebbe sapere bene che l’interpretazione di un documento è ciò che fa la differenza – se così non fosse non esisterebbero gli storici e intere biblioteche di saggi!
Un’immagine assume valori e significati diversi a seconda del contesto in cui viene collocata. La copertina scelta da Giacobazzi, riprodotta sul manifesto di un movimento dichiaratamente xenofobo, ha immediatamente il sapore della propaganda antisemita. la stessa immagine riprodotta sulla copertina di un’opera chiesta e voluta dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, quale fu quella di De Felice nel 1962, ha chiaramente tutt’altro significato.

Per questo lo scudo “De Felice” innalzato da Giacobazzi risulta del tutto inefficace. Non solo, finisce per mettere in dubbio le qualità di ricercatore e storico tanto elogiate dal Ferrante.
Per quanto serio possa essere Andrea Giacobazzi, la cornice e gli “sponsors” che si è scelto per presentare la sua ultima fatica è equivoca e maliziosa. Dal nostro punto di vista, anche condannabile.