Halle

Crescita di attacchi antisemiti in Germania e Austria

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
In Germania si è registrato nel 2019 un aumento del 14% rispetto al 2018 degli episodi e degli attacchi di tipo antisemita, raggiungendo il secondo livello più alto dal 2001. Lo ha detto la scorsa settimana il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, descrivendo il fenomeno con “grande preoccupazione” e con “cifre che hanno un notevole significato per la stabilità della nostra democrazia”. La notizia è riportata anche dalla stampa israeliana, fra cui Ynet News.

Le autorità tedesche hanno in particolare rilevato nel 2019 oltre 41 mila azioni criminose con moventi di tipo politico, dai discorsi di odio alle aggressioni fisiche, dall’incendio doloso all’omicidio. La metà di queste azioni è stata compiuta da estremisti di destra. Circa il 93,4% dei crimini antisemiti e il 90,1% dei crimini islamofobici avevano un movente politico di estrema destra, ha specificato Seehofer.

L’episodio più grave accaduto lo scorso anno in Germania, l’attacco a mano armata contro la sinagoga di Halle (nella foto fiori nel luogo dell’attentato) nel giorno di Kippur, ha causato due morti e alcuni feriti.

Aumentano anche in Austria gli attacchi antisemiti

Gli atti di antisemitismo in Austria sono aumentati del 9,5% dal 2017. Nel 2019, sono stati ben 550 gli episodi registrati. Lo rendono noto la Comunità ebraica di Vienna e il Congresso ebraico europeo.

“Tra i 550 eventi, si sono in particolare contati 6 attacchi fisici, 18 casi di minacce, 78 fra danni e profanazioni di proprietà ebraiche, 209 casi di letteratura antisemita prodotta in serie e 239 casi di comportamento offensivo”, ha precisato la sede austriaca del Congresso ebraico europeo. E se il numero di aggressioni e minacce fisiche è diminuito, sono invece aumentati di oltre il 50% le azioni contro le proprietà” ebraiche.

La maggior parte degli atti delinquenziali è stata perpetrata da estremisti di destra, secondariamente da autori che professano ideologie dall’Islam radicale all’estremismo di sinistra, ma oltre 220 degli episodi non hanno potuto essere collegati a un’ideologia specifica. Lo spiega sempre il Congresso ebraico europeo, che ha redatto un rapporto sulla situazione.

Il segretario generale della Comunità ebraica di Vienna, Benjamin Nägele ha detto al Jerusalem Post che “questo rapporto deve fungere da ulteriore incentivo per sviluppare una strategia olistica nazionale ed europea contro l’antisemitismo e procedere rapidamente alla sua attuazione. Non possiamo perdere altro tempo”.

“La vita ebraica è parte integrante dell’Austria e la maggior parte dei nostri concittadini lo sanno.  Sfortunatamente, c’è un numero crescente di persone in Austria che scatenano l’antisemitismo e che commettono atti antisemiti” ha commentato il presidente della Comunità viennese Oskar Deutsch.