Churchill e gli ebrei

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L’ex premier britannico Winston Churchill pensava che gli ebrei. fossero in parte responsabili dell’ostilità e delle persecuzioni di cui rimasero vittima ad opera dei nazisti a causa della loro “diversità”. Questa tesi fu argomentata in un articolo scritto nel 1937, tre anni prima di arrivare alla guida del governo, ma mai uscito su nessun giornale. Richard Toye, uno storico dell’Università di Cambridge, lo ha scoperto e ha ora deciso di renderlo pubblico.

Nell’articolo, intitolato ‘Come gli ebrei possono combattere le persecuzioni’, Churchill ricorda che dal 1933 gli ebrei avevano cominciato ad avere vita difficile sotto il Terzo Reich. “Sarebbe facile attribuire (questa ostilità) solo alla malvagità dei persecutori ma questa non sarebbe tutta la verita”, scriveva tra l’altro lo statista. L’antisemitismo è presente anche in quei paesi “dove ebrei e gentili sono uguali davanti alla legge e dove numerosi ebrei hanno trovato asilo e opportunita”.

“Gli ebrei in particolare dovrebbero tenerne conto”, proseguiva Churchill, “è possibile che loro stessi alimentino … l’ostilità di cui sono vittima”. “Il punto centrale dei rapporti tra ebrei e non ebrei è che l’ebreo è un diverso – scriveva ancora – ha l’aria di un diverso, pensa in modo diverso, proviene da una tradizione e da un patrimonio culturale diversi, non vuole essere assimilato”. Nell’articolo, tuttavia, Churchill sottolineava anche che gli ebrei sono gente “sobria, lavoratrice e rispettosa della legge” e chiedeva ai suoi concittadini di condannare le persecuzioni che , qualche anno dopo, dovevano culminare nei sei milioni di morti dell’Olocausto.

Secondo lo storico inglese che ha ritrovato lo scritto negli archivi dell’Università di Cambridge, fu il segretario particolare dello statista a insistere con lui che pubblicarlo non sarebbe stato “consigliabile”.