Hind Khoudary, l'impiegata di Amnesty International che ha segnalato a Hamas la videochat fra pacifisti gazawi e israeliani

Gaza: su segnalazione di un’impiegata di Amnesty International, Hamas arresta dei pacifisti per aver comunicato con israeliani

Mondo

di Nathan Greppi
Giovedì 9 aprile le autorità di Hamas hanno arrestato a Gaza un gruppo di attivisti pacifisti. Il motivo? Hanno organizzato una videochat con alcuni pacifisti israeliani, il che tuttavia gli è valso un’accusa da parte di Hamas di “normalizzazione dei rapporti con l’occupazione israeliana.”

Secondo il New York Times, tre giorni prima era stata organizzata una videoconferenza su Zoom di 2 ore da Rami Aman, giornalista e fondatore del Comitato Giovani di Gaza, per parlare con alcuni attivisti israeliani della situazione nella Striscia, soprattutto alla luce della crisi del coronavirus. Uno degli israeliani aveva dichiarato in merito: “Finalmente abbiamo l’opportunità di parlare con gente di Gaza che non solo non ci odiano, ma lavorano senza sosta per aprire un canale di comunicazione tra gazawi e israeliani.” Il Comitato di Rami organizza queste comunicazioni con chi sta dall’altro lato del confine da almeno 5 anni, e per questo già in passato era stato arrestato e interrogato dalle autorità locali.

È emerso che a portare all’arresto di Aman è stata un’impiegata di Amnesty International, Hind Khoudary, che il 9 aprile su Facebook ha attaccato duramente Aman, taggando tre grossi esponenti di Hamas nel post. Gli arresti sono partiti poche ore dopo, e anche per questo la Khoudary aveva cancellato il suo post, di cui tuttavia si può ancora trovare in rete lo screenshot.

Hillel Neuer, presidente della ONG UN Watch, ha chiesto ad Amnesty International di licenziare la Khoudary: “Un’organizzazione a difesa dei diritti umani non può impiegare un complice del regime terroristico di Hamas, una persona che fa incarcerare e probabilmente torturare gli attivisti per la pace solo perché hanno dialogato con israeliani. Amnesty dovrebbe innanzitutto spiegare perché ha assunto una persona del genere e perché la citava come presunta giornalista. Dai suoi post sui social network appare chiaro che Khoudary è da tempo una aperta sostenitrice degli atti di terrorismo contro israeliani sia di Hamas che di Hezbollah. Amnesty deve condurre un’indagine indipendente su chi, all’interno dell’organizzazione, fosse a conoscenza del sostegno di Khoudary alla violenza terroristica.”