Agenzie pubblicitarie in Olanda si rifiutano di pubblicare i manifesti con le immagini degli ostaggi israeliani

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di Redazione
Secondo un comunicato stampa dell’ufficio stampa del Governo israeliano, dieci agenzie pubblicitarie olandesi si sono rifiutate di pubblicare cartelloni pubblicitari con  le foto degli ostaggi israeliani tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza, prima del processo presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia davanti alla quale Israele è accusato dal Sud Africa di genocidio.

La National Public Diplomacy, attraverso l’Agenzia Pubblicitaria Governativa, aveva preparato una campagna di cartelloni pubblicitaria all’aperto – sviluppata con l’agenzia pubblicitaria governativa israeliana Lapam – in tutti i Paesi Bassi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rilascio dei di 136 ostaggi ancora prigionieri di Hamas dopo quasi 100 giorni, prima del processo dell’Aia.

La campagna era parte di iniziative informative e di diplomazia collegate all’udienza della petizione contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, nei Paesi Bassi. L’udienza si è aperta giovedì e la sua fase iniziale avrebbe dovuto durare due giorni, anche se si prevedeva che l’intero procedimento avrebbe richiesto anni.

I manifesti, pensati per la campagna pubblicitaria a pagamento, mostravano immagini di vari ostaggi, indicandone i nomi e specificando che erano detenuti a Gaza, con la didascalia «Lei/Lui non può testimoniare oggi».

Il messaggio chiave dei manifesti sottolineava che 136 ostaggi israeliani sono prigionieri di Hamas e non possono testimoniare al Tribunale dell’Aia; ostaggi che sono vittime e testimoni di atti di genocidio, crimini contro l’umanità e delle violazioni delle leggi di guerra commesse da Hamas.

È importante sottolineare che sono state coinvolte oltre dieci agenzie pubblicitarie nell’area dell’Aia, Rotterdam e all’Aeroporto di Schiphol. Durante la collaborazione con una di queste agenzie, il design e il messaggio previsti per i manifesti erano stati approvati. Tuttavia, in modo del tutto inaspettato, quando i manifesti dovevano essere affissi, le agenzie hanno comunicato la cancellazione dell’annuncio.

Il capo della National Public Diplomacy Directorate, Moshik Aviv, ha dichiarato: «I tentativi di soffocare le voci degli ostaggi troveranno una risposta decisa. Anche di fronte al tribunale dell’Aia, ci sono coloro che scelgono un approccio aggressivo e oltraggioso per bloccare una campagna informativa su centinaia di manifesti in tutto il Paese, inclusa l’Aia. La verità prevarrà, e lo Stato di Israele continuerà a difendere la giustizia del suo cammino, diffondendo la verità al mondo intero. Conduciamo una campagna informativa internazionale senza precedenti, e non riusciranno a farci tacere».

A sua volta, la CEO dell’Agenzia Pubblicitaria Governativa, Moriya Shalom, ha aggiunto: «Il rifiuto da parte degli editori è un grave affronto alla libertà di espressione e al diritto di Israele di condannare ad alta voce il terrorismo che i suoi cittadini stanno subendo. Questo rappresenta un crudo tentativo di zittire le voci degli ostaggi israeliani, rapiti durante l’attacco terroristico omicida di Hamas. Il loro diritto di farsi sentire è innegabile».