A Roma, i leader dell’ebraismo europeo discutono sul crescente antisemitismo

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di Nathan Greppi
Nonostante gli impegni presi per proteggere le comunità ebraiche e sradicare l’antisemitismo, molti governi in Europa non hanno fatto né l’uno né l’altro. Questa è la conclusione tratta alla riunione del Consiglio dell’EJA (European Jewish Association), tenutasi dal 26 al 27 febbraio presso l’Hotel Meridien Visconti di Roma e che ha visto giungere circa 40 dirigenti delle comunità ebraiche da 16 paesi europei.

Secondo quanto emerso nell’incontro, nonostante molti paesi in teoria abbiano aderito alla definizione di antisemitismo dell’IHRA, quasi nessuno ne mette in pratica i principi. La politica e le forze di polizia avrebbero fallito nell’agire contro i crimini d’odio e il BDS.

“Le leggi e le definizioni non valgono la carta su cui sono stampate in questo momento”, ha affermato un esponente della comunità ebraica olandese, citando le numerose proteste che incitano allo sterminio degli ebrei in Israele, e che spesso utilizzano immagini e iconografie ispirate alla propaganda nazista.

Avente sede a Bruxelles, nelle sue riunioni l’EJA riunisce i dirigenti delle comunità ebraiche da tutto il continente, per scambiare opinioni e sviluppare strategie di advocacy per migliorare la vita ebraica in Europa.

I leader riunitisi a Roma hanno concordato un piano d’azione suddiviso in 18 punti per il 2024: tra questi, sono previsti l’aumento della sicurezza per le comunità, la garanzia del divieto di vendita di cimeli nazisti e il coinvolgimento dei principali club e istituzioni sportive nella lotta all’antisemitismo.

Al termine della conferenza Joël Mergui, presidente del Consiglio dell’EJA e del Concistoro Israelita di Francia, ha dichiarato: “I leader ebrei sono chiari; ci rifiutiamo di vivere nella paura, siamo forti e supereremo l’attuale ondata di odio. È inaccettabile che gli appelli al genocidio e alla pulizia etnica come quelli esemplificati con ‘Dal fiume al mare’ e gli appelli all’Intifada siano ormai all’ordine del giorno, insieme ai simboli nazisti e alle immagini antisemite regolarmente usate. Questa è una delle principali cause dell’antisemitismo, e le autorità di tutto il continente devono fare di più per rispettare gli impegni che hanno ripetutamente preso per proteggere gli ebrei e combattere l’antisemitismo”.

Sulla stessa linea Rav Menachem Margolin, presidente dell’EJA, secondo il quale come leader delle comunità ebraiche “è nostro dovere proteggere le nostre comunità. Il messaggio dei leader delle comunità nel Consiglio è chiaro: l’UE e i governi devono tradurre le loro belle parole sul garantire la sicurezza delle comunità ebraiche in azioni significative. La prova di qualsiasi impegno del governo nel difendere l’ebraismo europeo è adesso. Il nostro consiglio è chiaro sul fatto che, in base alle prove mostrate finora, i governi europei stanno fallendo questa prova”.