A 76 anni dalla fine della Shoah: gli ebrei tedeschi oggi

Mondo

di Roberto Zadik
Il mondo ebraico tedesco è oggi ben integrato nella società circostante, sempre più multiculturale e aperta, ed è appoggiato dal Governo della Cancelliera Merkel. Ma come si sono riorganizzate le comunità degli ebrei tedeschi dopo la riunificazione della Germania? Quali problemi si sono verificati e come sono stati risolti? Ne parla un’interessante analisi pubblicata, a ridosso del Giorno della Memoria, il 28 gennaio,  dal Times of Israel. Nell’articolo del giornalista Cnaan Liphshitz si spiega nel dettaglio questo argomento.

La difficile situazione ebraica in Germania fra appoggio governativo e attacchi antisemiti

Secondo il Times of Israel diversi fattori preoccuperebbero non poco gli ebrei tedeschi. Fra questi, il successo dell’AFD (il partito di Estrema destra Alternativa per la Germania) entrato in Parlamento nel 2017; il dilagare di sentimenti xenofobi e populisti fra la popolazione; il gran numero di attacchi antisemiti nel Paese, sia da parte dell’Estrema Destra sia dei fondamentalisti islamici immigrati dal Medio Oriente. Fenomeni che a quanto pare avrebbero spinto l’attore ebreo tedesco 38enne Shai Hoffman a realizzare una coraggiosa inchiesta per addentrarsi nei sentimenti verso gli ebrei nella Germania di oggi.

Si tratterebbe di un vero e proprio sondaggio, realizzato assieme all’attivista ed educatrice Stella Bauhaus, vagando da una città all’altra fra la gente comune. Durante la ricerca, spostandosi fra le varie città tedesche, dalla sua Berlino a Francoforte, a bordo di un autobus finanziato dal governo, Hoffman e la Bauhaus hanno intervistato un gran numero di persone. Proprio come aveva fatto Tuvia Tenenbom nel suo libro Ho dormito nella camera di Hitler. Viaggio di un ebreo americano alla scoperta della Germania, i due studiosi hanno cercato di sviscerare luoghi comuni e pregiudizi verso gli ebrei e Israele partendo dalla voce del popolo.

Molti degli interpellati hanno mostrato forti preconcetti antiebraici che hanno suscitato l’indignazione di Hoffman, nipote di un sopravvissuto polacco alla Shoah. “Non riesco a capire come sia possibile – ha sottolineato l’attore – a 76 anni dalla Shoah, l’ingresso in Parlamento dell’AFD visto da molti come partito razzista” anche se i vertici della coalizione negano qualsiasi atteggiamento di ostilità antiebraica e antisionista. In merito all’atteggiamento dei soggetti intervistati, Hoffman ha spiegato, irritato, che soprattutto in alcune città dell’ex Germania dell’Est e attuali roccaforti dell’AFD “molte volte la gente ci invitava a tornarcene a Berlino” mentre alcuni dubitavano che la Shoah fosse mai accaduta e altri sarcasticamente affermavano “hai ascoltato solo tuo nonno, ma a quei tempi mica eri lì e quindi non sai nemmeno tu cosa sia davvero successo”. Nonostante questo egli ha ricordato di aver incontrato anche “persone molto positive che mi hanno ispirato”.

Nell’articolo viene evidenziata la tensione e la confusione degli ebrei tedeschi, non solo a causa del successo dell’AFD che occupa ben 88 seggi dei 709 del Parlamento tedesco,  ma che deriva anche dall’afflusso di milioni di profughi mediorientali, alcuni di essi decisamente fondamentalisti e antisemiti. Il Times of Israel ha ricordato violenze di matrice siriana come l’attacco nel 2018 da parte di un rifugiato  19enne che a Berlino avrebbe percosso a colpi di cintura un arabo israeliano che indossava una kippah per testare i livelli di odio antiebraico locali. Oltre a questo, nell’analisi emerge una preoccupante vitalità dell’estrema Destra, responsabile del tentato massacro alla sinagoga della città di Halle nel 2019 in cui sono morti due passanti; i seguito a questo attacco,  il famoso giornalista ebreo tedesco Henryk Broder aveva affermato in una intervista al sito Jewish Telegraphic Agency “è il momento di affrontare la realtà: non c’è posto per gli ebrei in Europa e mancano i posti sicuri, inclusa la Germania”. Episodi preoccupanti sia per le strade sia online che sembrano, come ha sottolineato il Times of Israel, una sfida a decenni di campagne governative di prevenzione contro nazismo e antisemitismo.

Tutti questi episodi hanno causato un aumento dell’emigrazione ebraica dalla Germania; circa 1000 ebrei, dal 2014, hanno lasciato il Paese.

Tuttavia, in questi giorni, a ridosso del Giorno della Memoria e in prossimità dell’anniversario che celebra i 1.700 anni di storia ebraica tedesca, si è tenuta una conferenza online, a causa del Covid, organizzata martedì 26 gennaio dall’Associazione Konrad Adenauer in collaborazione col Governo e la Cancelliera Merkel. Un quadro istituzionale che dimostra una grande attenzione e solidarietà al mondo ebraico.

 

Chi sono gli ebrei tedeschi di oggi? Russi, israeliani e altro

Attualmente nonostante le difficoltà, il Times of Israel ha messo in luce che nel Paese  vivono circa 250.000 ebrei anche se molti di essi non  sono iscritti a nessuna comunità o congregazione. Secondo la legge tedesca, gli ebrei iscritti alle comunità pagano direttamente allo Stato, con la propria dichiarazione dei redditi,  anche la quota di iscrizione che viene poi erogata alle istituzioni ebraiche direttamente dal fisco tedesco.

Minacciati da un crescente numero di violenze (nel 2019 si sono verificati più di 2.000 atti di antisemitismo nel Paese) gli ebrei tedeschi di oggi sono completamente diversi da quelli che vivevano in Germania prima della Guerra. Oggi nel Paese “i nuovi ebrei” provengono in maggioranza dall’ex Unione Sovietica, da Israele e molti non sono nati in Germania. Le principali comunità tedesche sono Berlino, Monaco Di Baviera, Francoforte e Dusseldorf.

L’ebraismo tedesco è stato notevolmente rinvigorito nei numeri da questa “ondata russa”; solo negli anni ’90 sono confluiti nel Paese 200.000 ebrei. Questo ha però stravolto la composizione delle comunità, le tradizioni e la mentalità, non senza malumori e problemi di “integrazione”. Come avvenuto con l’emigrazione russa in Israele, non sono mancati dubbi circa l’effettiva appartenenza all’ebraismo di queste persone.

Nonostante questo però, secondo un recente studio dell’Istituto di Ricerca Jewish Policy Research, nel Paese ci sarebbero solo 118.000 persone che si identificherebbero effettivamente come ebree, delle quali il 77 %  iscritte a una Comunità.

Un dato decisamente poco incoraggiante, inoltre, è che il 40 % della popolazione ebraica tedesca attuale è over 65 mentre meno del 10 % ha < 15 anni. Una delle principali comunità russofone è quella della città di Halle; il presidente Max Privorozki si è definito preoccupato sia dall’antisemitismo sia dal crescente invecchiamento della popolazione. “Ogni anno – ha detto – muoiono 10 o 15 persone ma recentemente sono nati solo 3 bambini”.

E gli israeliani in Germania? Stando ai dati del Times of Israel nel Paese vivrebbero circa 10.000 immigrati da Israele che però non sembrano integrarsi affatto nelle Comunità tedesche, mantenendo la loro identità separata, con tanto di riviste e librerie in ebraico. Non manca chi ha avviato attività gastronomiche di successo, come Sharon Katz, padrona del ristorante Nish Nush a Colonia dove degustare “autentico cibo israeliano; ho insegnato ai miei figli a parlare ebraico e a non vergognarci di quello che siamo”, ha detto. Colonia, ha ricordato la donna, “è un luogo dalla presenza ebraica molto antica e oggi vi risiedono 5.500 ebrei”.

La realtà ebraica tedesca attuale si presenta dunque come estremamente complessa, frammentata e tesa ma assai multiculturale e stimolante.