Eli Danzig

Sirmione: albergatore ebreo insultato e picchiato per avere chiesto un rimborso che gli era dovuto

Italia

di Ilaria Myr

Insultato e picchiato perché ebreo, nell’indifferenza della gente, a mezzogiorno di un giorno di agosto a Sirmione: è quanto è accaduto a Eli Danzig, ex italiano e israeliano di 76 anni,  che da otto anni gestisce nella nota località sul Lago di Garda l’Olympic Kosher Holidays, un hotel per una clientela osservante delle leggi ebraiche.
A infierire violentemente su Danzig il proprietario di un hotel a 400 metri dal suo, con cui collaborava sul lavoro mandandogli anche spesso clienti, e da cui aspettava un rimborso che gli era dovuto. La notizia è stata data dal figlio Yair su Facebook, ed è stata ripresa da alcuni quotidiani.

“Nel dicembre 2019 con la mia agenzia in Israele avevo organizzato un gruppo di israeliani per luglio 2020 – spiega Eli Danzig, contattato immediatamente da Mosaico. Fino all’età di 30 anni, ha vissuto a Milano, dove è stato per 5 anni direttore del Club 45 per i giovani ebrei milanesi, consigliere della comunità responsabile per i giovani, segretario generale della FGEI e ha fondato il centro sociale per i giovani ebrei Maurizio Levi partecipando attivamente alla vita comunitaria -. Non avendo posto in albergo, avevo chiesto a questo albergo vicino di dare l’alloggio, mentre io avrei fornito i pasti nel mio. Il proprietario, con cui fino a oggi avevo buoni rapporti, mi aveva chiesto un anticipo di 1230 euro, che gli avevo mandato subito. L’inizio della pandemia ha però bloccato tutto, e il viaggio è stato annullato. Ho quindi chiesto all’albergatore di avere indietro i soldi, ma inizialmente ha cercato di ricorrere a dei voucher, avvalendosi di una delibera, che però non era valida per un gruppo”.

Il giardino dell'Olympic Garda Hotel
                                                                        Il giardino dell’Olympic Kosher Holidays

 

Dopo vari scambi sempre cordiali su email e Whatsapp, a fine luglio l’albergatore gli promette che gli farà subito un bonifico parziale sul suo conto bancario, di cui gli chiede le coordinate, e poi a fine stagione il resto, ma fino a metà agosto Eli non riceve nulla. “Siccome non rispondeva alle mie richieste di spiegazioni il 18 agosto sono andato da lui in albergo per parlargli – continua -. Inizialmente l’impiegata mi ha detto che era occupato, ma io ho risposto che avrei aspettato. Dopo pochi minuti, però, arriva l’albergatore che, senza dirmi una parola, mi sputa in faccia, mi da una ginocchiata ai testicoli e mi spinge a terra dolorante, urlandomi poi mentre impazzivo dal dolore “cacca di ebreo” tre volte, poi “sporco ebreo da parte mia non vedrai un centesimo! Hai cercato di sfruttarmi e di approfittare di me come fanno tutti gli ebrei”. Quando riesco ad alzarmi, continuando a prendermi a ginocchiate in tutto il corpo mi prende per il colletto e mi butta fuori con una spinta fortissima urlando “fuori da qui sporco ebreo”. Io non riuscivo a muovermi, avevo male ovunque”.

Eli rimane a terra al sole dolorante fuori davanti alla porta di entrata dell’albergo per ben 20 minuti, prima che qualcuno gli chieda se stia male o abbia bisogno di qualcosa: fino ad allora nessuno – l’impiegata dell’hotel e i clienti che passavano – si ferma per soccorrerlo. A quel punto viene finalmente qualcuno si avvicina ed Eli gli prega di chiamare l’ambulanza e la polizia, a cui Danzig racconta l’accaduto (la denuncia ufficiale verrà fatta pochi giorni dopo). In ospedale gli danno tre giorni di prognosi.

“È stata un’esperienza dolorosa sotto tutti i punti di vista – commenta con amarezza Eli Danzig-. In tutti questi anni in cui frequento l’Italia non era mai stato oggetto di un episodio antisemita. Per fortuna che esiste Israele ed io vivo lì da 45 anni”.

Molto amareggiato anche il figlio Yair che su Facebook scrive: “Da circa tre anni frequento le scuole non ebraiche in Italia per insegnare l’ebraismo e raccontare la storia della fuga della mia famiglia in Italia dalle persecuzioni dei nazisti e dei fascisti. Non avrei mai pensato che mio padre di 76 anni, i cui nonni furono deportati e uccisi durante l’Olocausto, avrebbe subito un’umiliazione così terribile e antisemita in Italia. Purtroppo anche in Italia l’antisemitismo è vivo e vegeto”.