La Chiesa riprende la Messa in latino

Italia

Sarà possibile riprendere la Messa in latino per nuova disposizione papale (“Summarum Pontificum” a firma di papa Benedetto XVI, resa nota il 7 luglio), ma nel testo non ci sarà più la vecchia preghiera del venerdì santo “per i perfidi giudei” compresa nel “triduo pasquale”. L’espressione fu infatti abolita in modo definitivo da papa Giovanni XXIII nel 1959, con conferma dello stesso pontefice nel messale del 1962. Nel testo del messale emendato, se non si parlava più di “perfidi giudei”, restava la “Preghiera per la conversione degli ebrei” nella quale si chiedeva che “quel popolo” fosse liberato “dall’accecamento” e “sottratto alle sue tenebre”.

Con la riforma di papa Paolo VI del 1969, la preghiera assunse l’intestazione “per gli ebrei” nella quale si prega il Signore perché “li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza”.
Il ripristino della vecchia liturgia ha messo in allarme i gruppi che lavorano da anni per il dialogo interreligioso che temono ora anche un rafforzamento dei gruppi integralisti. Ad alimentare qualche iniziale confusione potrebbero contribuire i vecchi messalini per i fedeli. All’inizio di luglio, per esempio, un gruppo tradizionalista di Verona ha pubblicato il vecchio testo nella versione integrale opriginale riportando a parte le modifiche introdotte fino al 1962. Vi si ritrova dunque anche la liturgia del Venerdì Santo contenente l’antica versione della preghiera per gli ebrei, che però non si potrà utilizzare. I promotori del volume, intitolato “Messale festivo tradizionale latino e italiano” (ed. Fede & Cultura), affermano di aver reso disponibili le due versioni “per motivi storici, per far comprendere l’evoluzione del testo”. I lefebvriani della Fraternità San Pio X hanno invece stampato un messalino con l’unico testo promulgato da Giovanni XXIII senza le preghiere contestate e abrogate.