Attacco alla circoncisione

Italia

Il ministero del Welfare: “pratica barbara”.

Ottomila pediatri della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) si
sono impegnati, con un protocollo d’intesa firmato con il ministero
del Welfare a informare le famiglie sulle complicanze chirurgiche
dell’intervento di circoncisione e a sconsigliare il ricorso a
pratiche fuori ambiente sanitario.

Rav Laras – Presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia – intervistato da Mosaico a commento di tale comunicato, ha affermato che “il contenuto del comunicato della Fimp appare giudizioso e opportuno, specie a seguito di quanto sull’argomento riportato dalla stampa nei mesi scorsi”.

Nel Giugno scorso, il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, dopo la tragedia del piccolo nigeriano morto a Bari, per una circoncisione
mal eseguita, aveva detto: “E’ una pratica barbara, raccapricciante.
E dobbiamo scoraggiarla con ogni mezzo. Se vogliamo davvero
raggiungere l’integrazione degli stranieri che la impongono ai loro
bambini non dovremmo mai accettarla”. E continua “E’ un rituale odioso”.

Opportunamente e tempestivamente Rav Laras, a suo tempo, è intervenuto sull’argomento spiegando al sottosegretario che da millenni
la pratica della circoncisione è seguita in Italia dai cittadini
italiani di fede ebraica, che non per questo sono meno “integrati”
nella società civile.

Rav Laras ha ulteriormente sottolineato che questa pratica
“barbara” è da decenni praticata di routine negli ospedali americani
su tutti i neonati, proprio per la sua utilità igienico sanitaria.
E’ da segnalare inoltre che l’incidenza dei tumori al collo dell’utero è inferiore sulla popolazione femminile con partner circoncisi, perché è stato
dimostrato che è minore la diffusione del papillomavirus che
predispone a questo tipo di cancro.

Qualche tempo dopo, anche Isabella Bertolini, deputata del Pdl, in relazione ad un altro caso accaduto a Bari, non ha mancato di dire la sua: “Il bimbo
deceduto a Bari per una grave emorragia, causata probabilmente da una
circoncisione effettuata a domicilio, è l’ennesima vittima di
pratiche barbare ed incivili. Non possiamo più fare finta di nulla.
Evidentemente occorre agire immediatamente anche sotto il profilo
strettamente educativo-culturale. I medici di base, i pediatri, i
ginecologi, le associazioni più attive sul fronte della mediazione
culturale – sostiene – devono svolgere un ruolo di attiva dissuasione
nei confronti di pratiche religiose estremamente pericolose. Sono
totalmente contraria alla sperimentazione della circoncisione,
effettuata in alcune regioni nelle strutture sanitarie pubbliche, a
spese dello Stato e dei contribuenti italiani. Le mutilazioni
genitali sono rischiose, dannose e devono essere bandite in Italia”.

“Sono dichiarazioni che denotano una scarsa conoscenza”, ha
dichiarato Rav Giuseppe Laras, difendendo la milà, praticata da
millenni dagli Ebrei (oltre che dai musulmani). “Nell’ambito
dell’ebraismo la circoncisione maschile (milà) è universalmente e da
sempre effettuata, prestando particolare cura e attenzione a regole
igieniche e di sicurezza, volte alla tutela della salute individuale.
La circoncisione rituale è un’operazione religiosa che non lede in
alcun modo la funzionalità dell’organo, non è una mutilazione né una
pratica barbara. In Italia la comunità ebraica svolge questo rito in
ambienti assolutamente igienici, con una completa salvaguardia della
salute e la presenza di un medico, quando il circoncisore stesso non
lo sia”. L’importante, ribadisce Rav Laras, sono le condizioni in cui
viene fatta.