Norvegia: un rituale simbolico al posto della circoncisione?

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Dopo le polemiche che ancora non si sono spente in Germania, anche in Norvegia si è aperto un dibattito sulla circoncisione.
La proposta questa volta arriva dal difensore civico dei diritti dei bambini, un’istituzione indipendente non governativa. Anne Lindboe, nominata lo scorso giugno, ha proposto che la circoncisione sia sostituita da un semplice rituale simbolico. In una intervista al giornale norvegese Land Vart, la Lindboe ha spiegato che la circoncisione rappresenta una violazione del diritto della persona di decidere del proprio corpo e che “i bambini ebrei e musulmani hanno diritto ad essere protetti al pari di tutti gli altri”, aggiungendo che la circoncisione è una  pratica che provoca inutili sofferenze e nessun beneficio dal punto di vista medico.

La Lindboe, che di professione fa la pediatra, è stata nominata difensore al posto di Reidar Hjermann che nel corso del suo mandato già aveva proposto l’introduzione di un’età minima di 15 anni per poter essere circoncisi.

Il presidente della Comunità ebraica di Oslo, Ervin Kohn, è intervenuto immediatamente sulla questione affermando che “gli ebrei non potranno continuare a vivere in una società che vieta la pratica della circoncisione”. Kohn, che guida una comunità di circa 700 persone, ha fatto notare inoltre che fra i compiti del difensore civico dei bambini non è incluso quello del controllo delle pratiche e dei rituali ebraici.

Nel mese di giugno, un portavoce del partito di Centro norvegese, che ha 11 seggi in Parlamento (su 169), aveva proposto la messa al bando della circoncisione per ineonati.