25 aprile: la Brigata Ebraica sfila tra tensioni e memoria

Italia

di Davide Cucciati

Il 25 aprile 2025, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, la Comunità Ebraica di Milano, l’UCEI, l’UGEI e la Brigata Ebraica hanno partecipato alla celebrazione cittadina. Il corteo è partito verso le 14.30 da via Boschetti, all’angolo con corso Venezia, in direzione di piazza San Babila.La parte ebraica del corteo si è dimostrata compatta: erano presenti tutte le anime della Comunità, da chi la rappresenta istituzionalmente ai gruppi giovanili come l’Hashomer Hatzair, il gruppo sionista Amici di Israele fino ad alcuni Chabad che invitavano gli ebrei presenti a indossare i tefillin.

Per motivi di sicurezza, anche alla luce dei problemi verificatisi l’anno scorso, la Brigata Ebraica e i rappresentanti della Comunità non sono arrivati fino a Piazza Duomo ma si sono dispersi appena prima.

Durante il corteo non sono mancati momenti di tensione; le contestazioni contro la Brigata Ebraica non sono più concentrate solo nella zona di San Babila, come avveniva in passato, ma si sono viste lungo tutto il percorso, pur restando sotto controllo; le forze dell’ordine, il servizio di sicurezza della Comunità Ebraica e i volontari dei City Angels hanno comunque permesso alla Brigata Ebraica di sfilare in sicurezza.

“Vogliamo ringraziare l’ineccepibile organizzazione e schieramento della Polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine che ci ha permesso di partecipare al 25 aprile in sicurezza – dichiara il presidente della comunità ebraica Walker Meghnagi -. Un grazie speciale ai City Angels che anche quest’anno – come è ormai tradizione – hanno operato al meglio come veri e propri angeli custodi. È stata una bellissima manifestazione, e ringraziamo per la solidarietà e la partecipazione di tantissimi ebrei e non ebrei uniti nel ricordo della Resistenza”.

Ilan Boni, Vicepresidente della Comunità Ebraica di Milano e Assessore ai Giovani, ha dichiarato: “Dobbiamo leggere il 25 aprile assolutamente come la liberazione dal nazifascismo, se 800 partigiani ebrei italiani non si fossero uniti agli altri partigiani, noi oggi non saremmo qui, rendiamo onore a loro e a tutti i partigiani che ci hanno liberato dal nazifascismo, dal periodo più buio della nostra storia. Il cordone pro-Palestina non ha alcuna connessione storica con il 25 aprile, ricordo che il Gran Muftì di Gerusalemme beveva il caffè con Hitler. Mi dispiace vedere ragazzi italiani che stanno con loro; se si documentassero un po’ di più capirebbero chi stava dalla parte della liberazione e chi con Hitler. In questo corteo non dovrebbero esserci bandiere, il discorso è diverso per quella israeliana che è presente in quanto bandiera della Brigata Ebraica. Sono felice che ora siamo tutti insieme in un blocco unico; non devono esserci divisioni tra noi. In Comunità deve esserci unità, altrimenti i veri nemici si insinuano tra le nostre spaccature”.

Emanuele Fiano, ex deputato del PD, di cui è tutt’ora un esponente di spicco, e segretario nazionale  dell’associazione Sinistra per Israele,  ha dichiarato a Mosaico “Sono molto orgoglioso di avere sfilato sotto le insegne della Brigata Ebraica che, a pieno titolo, sfila assieme alle altre associazioni partigiane, perché erano Partigiani che venivano dall’allora Mandato britannico per aiutare a salvare l’Europa e a sconfiggere i nazifascisti. È molto triste dover sfilare tra due cordoni di polizia e di City Angels che ci proteggono, anche se devo dire che per effetto della bravura della Questura, del servizio di sicurezza della Comunità Ebraica e dei City Angels non ci sono stati scontri. Ci sono stati molti che hanno gridato contro di noi insulti, contro Israele, contro il ‘massacro di Gaza’ però per fortuna siamo riusciti a sfilare fino in piazza del Duomo”.

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Anna Tognotti, Tesoriere dell’UGEI, ha sottolineato: “Noi oggi non siamo qui contro qualcuno, ma siamo qui per ricordare la Brigata Ebraica, un gruppo di giovani volontari ebrei che, dalla Palestina mandataria, vennero in Italia per combattere. Combatterono a fianco degli Alleati per sconfiggere il nazifascismo. Noi siamo qui per ricordarli, per celebrarli e per rimarcare da che parte siamo stati noi e da che parte sono stati gli altri. La differenza è tra chi parla e chi agisce: la Brigata Ebraica ha agito, mentre altri parlano. Chi oggi sventola bandiere palestinesi sostiene coloro che, in passato, si sono fatti fotografare con Hitler. Chi usa pratiche violente contro la popolazione. Non dobbiamo dimenticare che per arrivare al 25 aprile siamo passati attraverso il momento più drammatico della storia d’Italia; oltre all’odio c’è stata anche tanta indifferenza, un’indifferenza che oggi vediamo ancora nei confronti dell’antisemitismo”.

Davide Romano, presidente del Museo della Brigata Ebraica, ha osservato: “Pannella parlava di fascisti rossi. Oggi, oltre ai fascisti rossi che sono rimasti, ci sono anche i fascisti verdi. Mi preoccupa questo legame che si sta creando tra questi due tipi di fascismo e mi auguro che la politica sappia prendere le distanze in maniera più netta di quanto abbia fatto in questi mesi, soprattutto a sinistra”.

Giampaolo Giorgio Berni Ferretti, consigliere del Municipio 1 di Milano per Forza Italia, ha dichiarato: “Il problema di creare una diatriba tra Palestina e Israele è un tema antico. Tuttavia, se vogliamo trovare delle forme di pace e di convivenza, è sbagliato arrivare a queste forme di confronto, anche perché il Mediterraneo deve essere un mare di pace che unisca le culture e i popoli. Non comprendo perché continuare ad aggredire Israele dovrebbe portare a qualche risultato”.

Daniele Nahum, consigliere comunale di Milano per Azione, ha aggiunto: “Hanno permesso che i giovani palestinesi prendessero quasi la testa del corteo. Il tema politico, secondo me, si pone. È un tema storico: la Brigata Ebraica ha combattuto anche in Italia contro il nazifascismo, il Gran Muftì di Gerusalemme è stato per anni alleato di Hitler e ha anche creato un battaglione di SS di 22.000 uomini. Una riflessione sul fatto di partecipare al corteo, nei prossimi anni, va fatta. La città comunque ha risposto bene. Fa riflettere, però, come la Brigata Ebraica debba essere protetta da una schiera di forze dell’ordine”.

Nonostante le tensioni e i tentativi di riscrivere la memoria, la Brigata Ebraica continua a sfilare, testimoniando la verità storica e ricordando che la libertà conquistata 80 anni fa passa ancora oggi attraverso la difesa della storia e della verità.

 

Foto: © Davide Cucciati per Mosaico