L’Armaggheddon di Emma

Israele

di Luciano Assin

“Figliuol d’uomo volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mescec e di Tubal e profetizza contro di lui… Così parla il Signore, l’Eterno: in quel giorno, quando il mio popolo d’Israele dimorerà al sicuro, tu lo saprai; e verrai dall’estremità del settentrione insieme a numerosi popoli, tutti quanti a cavallo, una grande moltitudine, un possente esercito; e salirai contro Israele come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine dei giorni”. (Ezechiele, 38,14)

Questa di Ezechiele è una delle tante profezie della Bibbia: la guerra contro Magog sarà l’ultima in assoluto e rappresenterà la vittoria del bene sul male. Fin qui niente di male, di profezie come queste la Bibbia ne è piena e non è certo il caso di preoccuparsi più di tanto. Peccato che non abbiate fatto in tempo a conoscere la signora Emma Berger, proveniente da un piccolo paese tedesco, che prese fin troppo alla lettera la profezia di Ezechiele.

Emma si era procurata una fama di miracolata dopo essere guarita da una malattia terminale senza possibilità di cure. A suo, dire il fattore che gli permise di superare il male fu una visione, avuta dopo aver fatto voto di continuare il resto dei suoi giorni in Israele. Forte del suo carisma e delle sue visioni, Emma riuscì a raccogliere attorno a sé un centinaio di seguaci pronti a seguirla in Erez Israel. Nel frattempo era sopravvenuta un’altra rivelazione secondo la quale la guerra con Gog sarebbe cominciata nel 2000 e l’unico posto sicuro del pianeta era per l’appunto Israele, che sarebbe uscito vittorioso dal conflitto.

Comincia così la storia della comunità di Bet El, fondata da Emma e dai suoi seguaci. L’inizio non fu certo dei migliori; stiamo parlando del 1963, pochissimo tempo dopo il processo Eichmann e sulle case dei nostri amici tedeschi furono tracciate svastiche e scritte di dubbio benvenuto. Ma cosa saranno mai queste quisquilie rispetto alla minaccia incombente e al dovere di fortificare la casa d’Israele? La profezia della vicina distruzione del mondo convinse la signora Berger a costruire una fabbrica di impianti adatti ad affrontare la minaccia chimico-batteriologica.

Vi hanno mai detto che la realtà supera sempre qualsiasi immaginazione? Qualche decennio dopo l’installazione della fabbrica, un certo Saddam Hussein cominciò a fare la voce grossa e minacciò Israele di un attacco missilistico con armi non convenzionali. E chi se non i nostri amici di Bet El erano pronti a fornirci “l’arca di Noè”, un sistema esclusivo di depuratori fatto apposta per combattere la minaccia di attacco batteriologico?

Fedeli al famoso proverbio secondo il quale “il successo ha molti padri mentre il fallimento è orfano”, deputati, ministri e personalità varie fecero a gara a chi per primo aveva compreso in pieno le innumerevoli e straordinarie qualità di questa piccola setta, considerata fino a poco prima un gruppo di eccentrici sognatori -nel migliore dei casi-, se non di assoluti fuori di testa. Emma Berger non fece in tempo a controllare l’esattezza delle sue profezie, visto che si spense nel 1984, e del gruppo originario sono rimasti in tre. Bet El conta oggi 400 persone, di queste 120 adulti, tutti residenti a Zikron Ya’akov, in un quartiere di loro proprietà. È una comunità relativamente chiusa. Fra gli altri motivi, c’è la paura di essere accusati di attività missionarie a favore del cristianesimo. Inoltre, essendo proprietari di numerosi terreni nella zona, sono in perenne contrasto con le autorità cittadine e con gli abitanti che vorrebbero usarli come aree edificabili. Bet El ha sviluppato diverse fabbriche che operano soprattutto nel settore civile; una di queste si occupa di marmellate prodotte secondo la ricetta di Berta, una delle fondatrici della comunità. Secondo Ezechiele “la minaccia proverrà dal settentrione” ma gli uomini di Bet El sono già pronti a fronteggiare il prossimo della lista.