Vladimir Putin (Wikimedia Commons, autore The Presidential Press and Information Office)

Russia-Israele, all’orizzonte una crisi diplomatica sulla Siria?

di Paolo Castellano

La Russia starebbe per innescare una crisi diplomatica con Israele per distogliere l’attenzione dal conflitto con l’Ucraina. Secondo alcuni funzionari israeliani, Mosca avrebbe chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di votare una risoluzione che condanni i presunti attacchi all’aeroporto di Damasco, che è stato così gravemente danneggiato da interrompere il servizio per giorni.

Tra l’altro, la condanna contro lo Stato ebraico in sede internazionale potrebbe rappresentare una strategia per raffreddare eventuali tensioni tra il Cremlino, Iran e regime siriano.

Come riporta il Jerusalem Post, la risoluzione russa potrebbe accusare Israele di minare la stabilità regionale e di aver violato il diritto internazionale. Ciò detto, gli analisti israeliani sostengono che sia improbabile che tale risoluzione passi; in ogni caso rappresenterebbe un deterioramento dei legami Russia-Israele.

La scorsa settimana, il Cremlino ha criticato pubblicamente lo Stato ebraico per il bombardamento e ha convocato l’ambasciatore israeliano in Russia, Alexander Ben Zvi, per ulteriori chiarimenti.

«Dall’inizio della guerra in Ucraina ci sono stati sempre più incidenti in cui la Russia si è lamentata di Israele, prendendo provvedimenti “ostili”», ha sottolineato Zvi Magen, ricercatore presso l’Istituto sugli Studi per la Sicurezza nazionale presso l’Università di Tel Aviv. Tra l’altro Magen è stato ambasciatore di Israele in Ucraina del 1993 al 1997 e ambasciatore in Russia dal 1998 al 1999.

«Penso che il motivo principale sia innescare una crisi in Medio Oriente spingendo Israele a rispondere o a creare trambusto sulla scena internazionale. L’obiettivo è distogliere l’attenzione del mondo dall’Ucraina», ha detto Magen.

Inoltre, a parte la questione siriana, Mosca si è detta “profondamente preoccupata” per una sentenza del tribunale israeliano riguardante l’acquisto di tre edifici a Gerusalemme appartenuti alla Chiesa greco-ortodossa e comprati dal gruppo Ateret Cohanim.

Per di più, lo scorso aprile, Putin ha inviato una lettera confidenziale al premier Naftali Bennett in cui ha chiesto a Israele di cedere il controllo di un’altra chiesa di Gerusalemme, ovvero la contestata proprietà della chiesa russa Alexander Nevsky.

«Al momento la Russia non è nella posizione di combattere apertamente contro Israele: non ha la capacità militare o politica per farlo», ha detto Magen. «Per tanto, stanno cercando di far rumore e poi faranno marcia indietro come accaduto in precedenza».