Il capo dell’IDF si scusa per il tragico incidente che ha coinvolto gli operatori umanitari di WCK a Gaza

Israele

di Redazione
Il capo dell’IDF sull’incidente che lunedì sera ha colpito le auto dei soccorsi umanitari a Gaza, provocando la morte di 7 membri del personale della WCK (World Central Kitchen) ha detto: «È stato un errore che ha fatto seguito a un’errata identificazione, di notte, in condizioni di guerra molto complesse. Non sarebbe dovuto succedere. Non c’era nessuna intenzione di danneggiare gli operatori umanitari».

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Biden, come riporta il Times of Israel, ha detto che non si è trattato di un incidente isolato, perché Israele non sarebbe in grado di proteggere gli operatori umanitari e i civili palestinesi a Gaza.

In seguito al tragico incidente l’organizzazione WCK ha sospeso le operazioni a Gaza. Halevi, capo dell’IDF ha ribadito l’importanza della presenza di organizzazioni come WCK, proprio per evitare che la situazione si trasformi in una vera e propria carestia.

La World Central Kitchen è una delle organizzazioni più apprezzate dall’IDF, ed è la stessa che ha cercato di tenere fuori l’UNRWA dallo sforzo umanitario, considerati i legami con l’organizzazione terroristica  di Hamas.

Indagini fatte anche da organismi esterni

Tra i lavoratori uccisi c’erano cittadini dall’Australia, Polonia, Gran Bretagna, un cittadino con doppia nazionalità statunitense e canadese e dipendenti palestinesi locali.

A far luce sull’accaduto, come ha spiegato Halevi, si affiancheranno anche degli organismi indipendenti. Ogni singolo dettaglio che emergerà nei prossimi giorni verrà direttamente condiviso con il WCK e le altre organizzazioni internazionali. «Questo incidente è stato un grave errore. Israele è in guerra con Hamas, non con il popolo di Gaza. Siamo dispiaciuti per il danno involontario ai membri della WCK», ha aggiunto il capo dell’IDF.

Le tre auto che sono state colpite stavano facendo ritorno dal confine con l’Egitto, in un viaggio che sarebbe stato coordinato con l’IDF, dopo aver scaricato 100 tonnellate di aiuti umanitari nelle città di Deir al-Balah.

Il quotidiano Haaretz parlando con fonti militari anonime avrebbe detto che l’incidente è stato causato non da una mancanza di coordinamento tra IDF e WCK, ma da una mancanza di disciplina tra le varie divisioni dell’esercito.

Il messaggio del presidente Isaac Herzog

Come riporta il sito i24news martedì sera il presidente israeliano Isaac Herzog ha chiamato José Andrés, fondatore di WCK, per esprimere la sua «profonda tristezza e le sue sincere scuse. Israele è impegnato nel condurre un’indagine approfondita sull’incidente», ha detto Herzog, oltre a ringraziare Andrés e la WCK per il loro importante operato.

Il messaggio del fondatore di WCK

Intanto sul New York Times José Andrés, fondatore di WCK, ha scritto un lungo articolo.

“Le sette persone uccise lunedì durante una missione della World Central Kitchen a Gaza erano il meglio dell’umanità. Non sono senza volto né senza nome. Non sono operatori umanitari generici o danni collaterali in guerra. Saifeddin Issam Ayad Abutaha, John Chapman, Jacob Flickinger, Zomi Frankcom, James Henderson, James Kirby e Damian Sobol hanno rischiato tutto per l’attività più fondamentalmente umana: condividere il nostro cibo con gli altri. (…) Dal primo giorno abbiamo nutrito sia gli israeliani che i palestinesi. In tutto Israele abbiamo servito più di 1,75 milioni di pasti caldi. Abbiamo dato da mangiare alle famiglie sfollate dai razzi di Hezbollah nel nord. Abbiamo dato da mangiare alle famiglie del sud in lutto. Abbiamo consegnato i pasti agli ospedali dove gli ostaggi sono stati riuniti alle loro famiglie. Abbiamo chiesto costantemente, ripetutamente e con passione il rilascio di tutti gli ostaggi. Nel frattempo abbiamo comunicato ampiamente con funzionari militari e civili israeliani. Allo stesso tempo, abbiamo lavorato a stretto contatto con i leader della comunità di Gaza e con le nazioni arabe della regione. Non c’è modo di portare una nave piena di cibo a Gaza senza farlo.

È così che abbiamo servito più di 43 milioni di pasti a Gaza, preparando cibi caldi nelle 68 cucine comunitarie dove i palestinesi danno da mangiare ai palestinesi.

Conosciamo gli israeliani. Gli israeliani, nel profondo del loro cuore, sanno che il cibo non è un’arma di guerra.

Israele è migliore del modo in cui viene condotta questa guerra. È migliore di quello che blocca cibo e medicine ai civili.
È migliore di quello che uccide gli operatori umanitari che avevano coordinato i loro movimenti con le forze di difesa israeliane.
Oggi il governo israeliano deve aprire più rotte terrestri per cibo e medicine. Oggi è necessario smettere di uccidere civili e operatori umanitari. È necessario iniziare oggi il lungo viaggio verso la pace.

Nelle peggiori condizioni, dopo il peggior attacco terroristico della sua storia, è tempo che il meglio di Israele si manifesti. Non è possibile salvare gli ostaggi bombardando ogni edificio di Gaza. Non è possibile vincere questa guerra affamando un’intera popolazione.

Accogliamo con favore la promessa del governo di avviare un’indagine su come e perché i membri della nostra famiglia World Central Kitchen sono stati uccisi. L’indagine deve iniziare dall’alto, non solo dal basso.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto degli omicidi israeliani della nostra squadra: “Succede in guerra”. Si è trattato di un attacco diretto contro veicoli chiaramente segnalati i cui movimenti erano conosciuti dalle forze di difesa israeliane.

È stato anche il risultato diretto di una politica che ha ridotto gli aiuti umanitari a livelli disperati. La nostra squadra era in viaggio per una consegna di quasi 400 tonnellate di aiuti via mare: la nostra seconda spedizione, finanziata dagli Emirati Arabi Uniti, sostenuta da Cipro e con l’autorizzazione delle forze di difesa israeliane.

I membri del team mettono a rischio la loro vita proprio perché questi aiuti alimentari sono così rari e disperatamente necessari. Secondo l’iniziativa globale Integrated Food Security Phase Classification, metà della popolazione di Gaza — 1.1. milioni di persone – si trova ad affrontare il rischio imminente di carestia. La squadra non avrebbe intrapreso il viaggio se ci fosse stato abbastanza cibo, viaggiando su camion attraverso la terra, per nutrire la popolazione di Gaza.

I popoli del Mediterraneo e del Medio Oriente, indipendentemente dall’etnia e dalla religione, condividono una cultura che valorizza il cibo come una potente dichiarazione di umanità e ospitalità, della nostra speranza condivisa per un domani migliore.

C’è una ragione, in questo periodo speciale dell’anno, i cristiani preparano le uova di Pasqua, i musulmani mangiano un uovo durante le cene dell’iftar e un uovo si trova sul piatto del Seder. Questo simbolo di vita e speranza che rinasce in primavera si estende attraverso le religioni e le culture.

Sono stato un estraneo alle cene del Seder. Ho sentito le antiche storie della Pasqua sull’essere straniero nella terra d’Egitto, il comandamento di ricordare – con una festa davanti a te – che i figli d’Israele una volta erano schiavi.

Non è un segno di debolezza dare da mangiare agli estranei; è un segno di forza. Il popolo di Israele deve ricordare, in quest’ora più buia, cos’è veramente la forza”.