Gerusalemme: sale la tensione per il venerdì “della collera”

Israele

di Roberto Zadik

giorno-colleraGli “chagim” o feste ebraiche sono un periodo fondamentale nella Diaspora e in Israele segnato però spesso e volentieri da tensioni e scontri fra israeliani e palestinesi. Infatti anche quest’anno a Gerusalemme per prevenire violenze e disordini, sono stati mobilitati 800 poliziotti in occasione del “giorno della collera”, una protesta che alcuni estremisti palestinesi, residenti nella zona del West bank intendono mettere in atto questo venerdì alla Spianata delle Moschee.

A dare la notizia il sito i24news.tv, secondo il quale, un servizio extra di militari, di età sui quarant’anni, rafforzeranno le forze di sicurezza presenti vicino alla moschea di Al Aqsa, controllando le persone che si recano in preghiera e fermando eventuali individui aggressivi dopo che i servizi segreti israeliani hanno individuato un possibile piano d’attacco da parte di alcuni giovani facinorosi .

La definizione di “giornata della collera” è stata coniata dal movimento terroristico di Hamas in concomitanza con la giornata del venerdì, in cui gli islamici si dedicano alla preghiera durante il quale, secondo loro, gli israeliani potrebbero assalire i fedeli che si recano alla moschea di Al Aqsa. L’atmosfera decisamente incandescente viene accentuata anche dalle recenti condanne di vari stati arabi, come la Giordania, l’Egitto e l’Autorità palestinese  contro Israele riguardo ai conflitti che si sono verificati, per tre giorni questa settimana, durante le celebrazioni del Capodanno ebraico, Roshashannà, a Gerusalemme fra polizia e militanti palestinesi. Israele ha subito risposto alle provocazioni sottolineando che la Turchia e il leader di Hamas, Saleh Al Arouri che vive lì da tempo, sarebbero  responsabili dell’incitamento alla violenza, la notizia è stata data dal canale tv Channel 2 News. La Turchia, successivamente, si è dissociata dalle polemiche evidenziando che Al Arouri non vive più nel Paese.

In seguito a questo clima di instabilità, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha lanciato un appello, invitando alla calma dopo le proteste di giovedì scorso. Sempre stando a quanto afferma il sito i24news.tv, a questo proposito, quindici membri avrebbero redatto una dichiarazione anonima in cui esprimono “grave preoccupazione” per quanto sta avvenendo sollecitando le autorità governative a mantenere il controllo delle “zone sensibili” come i luoghi sacri per ebrei e musulmani. La Moschea di Al Aqsa si trova a Gerusalemme Est che è stata annessa a Israele nel 1967 ed è il centro del conflitto israelo-palestinese e entrambe le parti considerano questa zona come un forte simbolo religioso e patriottico. Ora le tensioni e i sospetti proliferano da entrambe le parti e i palestinesi sospettano che Israele cercherà di cambiare le regole che controllano la zona, sebbene il presidente Nethanyahu abbia detto che resteranno i criteri attuali rassicurando il Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. I membri del Consiglio di Sicurezza ha detto ce fedeli e visitatori non dovrebbero avere paura di eventuali disordini e hanno ripetutamente invitato alla “fine dei conflitti sperando che la situazione torni presto alla normalità modo da promuovere la pace fra israeliani e palestinesi”. Purtroppo nonostante questi appelli, negli ultimi giorni, la violenza a Gerisalemme e nel West Bank ha registrato un notevole aumento e giovedì le forze israeliane presenti nell’area sono state colpite e ferite da un palestinese che ha lanciato una bomba molotov su un veicolo.

autobus-fuocoIn un altro episodio, un autobus è stato incendiato giovedì sera colpito probabilmente da un ordigno esplosivo a Gerusalemme Est. Il guidatore è riuscito a lasciare il mezzo e ad avvertire la polizia. Quando è tornato ha trovato l’autobus incendiato. Sempre la stessa sera il guidatore di un altro autobus è stato lievemente ferito dopo essere stato colpito dal lancio di una pietra nel villaggio di Binyamin e portato all’ospedale Hadassah sul Monte Scopus .