Arabi israeliani condannano la leadership palestinese per gli scontri in Israele

Israele

di Paolo Salom

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la giornalista arabo-israeliana Lucy Aharish si scaglia sulla leadership palestinese, attribuendo ai discorsi (falsi) sul Monte del Tempio “profanato” dagli ebrei la vampata di follia omicida

Sapete che da Israele l’Occidente sembra davvero lontano? E’ davvero curioso assistere al dibattito infuocato che in tanti si sentono di dover animare a proposito dei “disordini” di questi giorni. Perché da qui i fatti appaiono piuttosto semplici da spiegare. Ci sono gli aggressori (comunque motivati), ovvero i palestinesi; e ci sono gli aggrediti (per lo più civili inermi, donne e bambini). Ora, quel che ci sorprende ancor più è vedere come alcuni cittadini arabo-israeliani, per esempio il sindaco di Nazareth Ali Salem (link al video: https://m.youtube.com/watch?v=7mirgMxERmg) o la reporter televisiva Lucy Aharish (link al video: https://m.youtube.com/watch?v=8rYCQjQkRGs), riescano con grande lucidità a identificare i responsabili di quanto accade, senza se e senza ma, come piace tanto dire nel lontano Occidente.

Il primo manda tranquillamente a quel Paese il deputato arabo alla Knesset Ayman Odeh per aver “infuocato gli animi”, distruggendo la convivenza tra ebrei e musulmani. La seconda, con parole che appaiono tagliate con l’accetta tanto sono efficaci, si scaglia sulla leadership palestinese, attribuendo ai discorsi (falsi) sul Monte del Tempio “profanato” dagli ebrei la vampata di follia omicida che ha provocato morti e feriti per le strade delle città di Israele, in particolare Gerusalemme. Lucy Aharish è da ascoltare con attenzione. Perché non perde un attimo di tempo a condannare “l’eccesso di reazione” da parte della polizia israeliana, come è d’uso in Europa e negli Stati Uniti.

La reporter, al momento anchorwoman a i24news, spiega con precisione come le (assurde) accuse di Abu Mazen contro Israele siano infondate e come, in ogni caso, sia ingiustificabile mandare dei ragazzini ad accoltellare la gente inerme. “Nessun status quo riguardo Al Aqsa (che Israele non vuole comunque violare) vale la morte di un innocente”. Così come nessuna “disperazione” (che lei sostiene auto inflitta) basta a mettere sullo stesso piano una violenza assassina e brutale con la risposta delle autorità.

Che dire? Sarebbe bello che i grandi soloni della diplomazia internazionale sapessero spiegare così bene come stanno le cose. Ho come l’impressione che se i vari Kerry, Mogherini, Ban Ki-moon, invece che mescolare aggressori e aggrediti, arrivando a condannare sempre e comunque Israele (“perché è il più forte”: e meno male, diciamo noi), provassero a dire con chiarezza ai dirigenti arabi dei Territori: “Smettete di uccidere e fare uccidere”, beh, magari un passo verso la pace si farebbe…