Rita Levi Montalcini (Wikimedia Commons)

Festa della Donna: a Roma, una via intitolata a Rita Levi-Montalcini, a Firenze una piazzetta a Natalia Ginzburg

Italia

di Michael Soncin
Oggi 8 marzo, a Roma, nella Giornata Internazionale dei Diritti Della Donna, viene intitolata una strada in onore di Rita Levi-Montalcini (1909-2012). Si tratta di un importante riconoscimento, per continuare a portare avanti il ricordo di una delle più grandi scienziate del Novecento, nell’anno dell’anniversario dei 10 anni dalla sua scomparsa.

Presenti alla cerimonia oltre al sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, anche la nipote Piera Levi-Montalcini. La strada si trova nel quartiere di Pietralata, nelle vicinanze dell’ospedale Sandro Pertini. L’iniziativa fa seguito all’intitolazione alla celebre biologa nel 2014 del Ponte della Scienza a Ostiense, voluta dalla giunta Marino. Fa parte anche di un impegno del Campidoglio “per una toponomastica della capitale che sia più bilanciata riconoscendo l’intitolazione di strade e piazze ai tanti talenti femminili e donne fondamentali per le vicende storiche della città e del paese che finora sono stati ignorate dagli stradari di tutta Italia”, scrive TuaCityMag.

La decisione di conferire una strada a Rita Levi-Montalcini a Roma, segue quella avvenuta a Milano nel 2021 dove le è stata dedicata la via principale del Milano Innovation District, il Parco della Scienza, nell’area Expo Milano 2015. Oltre alle strade intitolate, sono più di una settantina le scuole in Italia che portano il nome di Rita Levi-Montalcini.

La via a Roma intitolata a Rita Levi Montalcini
La via a Roma intitolata a Rita Levi Montalcini

Una serata nel milanese dedicata a Rita Levi-Montalcini

Sempre a Milano, per la precisione a Peschiera Borromeo, venerdì 18 marzo alle 20:30 presso l’Oltheatre si terrà l’evento Il futuro nella storia – Rita Levi-Montalcini. Tra gli ospiti, il professore Antonino Cattaneo, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, storico collaboratore di Rita Levi-Montalcini, attualmente presidente della Fondazione Ebri European Brain research Rita Levi Montalcini.

Fondato nel 2002, quando la scienziata aveva già superato i 90 anni, l’Ebri è un’ulteriore dimostrazione della sua tenacia, che ebbe fino all’ultimo. Il centro di ricerca ha come scopo quello di studiare il funzionamento del cervello sotto tutti i molteplici aspetti, sia dal punto di vista delle condizioni normali, che quello patologico.

Una lunga battaglia per i diritti delle donne

Nell’arco della sua lunghissima vita, Rita levi Montalcini si è sempre battuta per i diritti delle donne. Lei stessa ne è stata un esempio, diventando un modello indiscusso di riferimento. Nata nel 1909 a Torino, in un’epoca vittoriana, decise dopo gli studi liceali di iscriversi alla Facoltà di Medicina, una scelta decisamente in controtendenza rispetto alle vedute del tempo, dove una donna doveva imparare ad essere una “brava moglie e madre”.

Lei sfidò i pregiudizi di quei tempi, ma non solo, essendo ebrea, a causa delle leggi razziali del 1938, non smise mai di studiare, portando avanti le ricerche di neuroembriologia, allestendo un laboratorio nella propria camera da letto. Studi che andavano contro i dogmi del tempo, ma che le fecero vincere nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina, grazie alla scoperta del Fattore di Crescita Nervoso, in inglese conosciuto con la sigla di NGF, Nerve Growth Factor. Ma questo è solo uno dei tanti riconoscimenti, da ricordare è anche la nomina di senatrice a vita nel 2001.

Dalle parole di Rav Jonathan Sacks

Nel corso della sua lunga esistenza, tra le tante battaglie intraprese dalla grande studiosa in nome dei diritti delle donne, forse, una fra tutte è stata quella di donare migliaia di borse di studio alle donne africane, attraverso la fondazione apposita da lei istituita. “Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una donna, avrai una donna, una famiglia e una società istruita”, disse la Montalcini.

Una battaglia per la donna portata avanti anche nei suoi libri, come in Tempo di Revisione, dove fra i diversi temi urgenti, parla della parità di genere, “dell’importanza dell’eguaglianza tra i sessi…”. E lo fa citando anche Rav Jonathan Sacks – che coincidenza del destino vuole sia nato proprio l’8 marzo – (1948-2020), nel suo libro La dignità della differenza, come evitare lo scontro delle civiltà: «Un accesso equo alla conoscenza è una condizione necessaria per un accesso equo al potere. È anche la chiave per la creatività, uno dei fattori più importanti di cui qualsiasi gruppo socio-economico possa essere fornito, oltre a essere a sua volta la chiave per la prosperità nel XXI secolo».

L’istruzione, come affermato da Jonathan Sacks, è di fondamentale importanza per la dignità umana, in quanto rappresenta la base di una società libera”, scriveva la Montalcini, lei che sullo scontro di civiltà, di cui parla anche Sacks e sulla guerra, più volte ci mise in guardia, e vista la terribile situazione in Ucraina, si tratta di parole che suonano oggi più che mai di grandissima attualità.

Firenze: una piazzetta dedicata a Natalia Ginzburg

Proprio nell’impegno di dedicare maggiore attenzione nel panorama italiano al numero dei luoghi dedicati alle donne meritevoli, oggi 8 marzo, a Firenze, nella giornata della Festa della Donna, è stata dedicata a una piazzetta a Natalia Ginzburg, lungo via Vecchia di Pozzolatico.

Natalia Levi Ginzburg (1916-1991) è stata una delle scrittrici più importanti nel panorama della letteratura italiana del ‘900. Suo padre è il noto istologo Giuseppe Levi, professore all’Università di Torino, che ebbe Rita Levi-Montalcini tra i suoi allievi.

“Questa intitolazione – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – ci riporta con la memoria al periodo del fascismo e del nazifascismo, ci ricorda le difficoltà che ha vissuto per la sua origine ebraica e per la sua religione in un periodo difficilissimo per l’Italia. E ci permette di riflettere sul ruolo delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale e l’oppressione fascista. Un ruolo straordinario, spesso non valorizzato abbastanza, Questo luogo vuole quindi ricordare una grande intellettuale e scrittrice ma anche una donna che ha attraversato e vissuto in prima persona la storia italiana del secolo scorso”, si legge da La Nazione.