Pro e contro Israele: spaccatura tra i democratici americani

Mondo

di Nathan Greppi
Le elezioni di metà mandato americane, tenutesi il 6 novembre 2018 e in cui parlamentari eletti sono entrati in carica il 3 gennaio di quest’anno, hanno visto salire alla ribalta figure nuove nella politica americana: tra queste, hanno fatto molto parlare di sé le prime due donne musulmane elette al Congresso, le democratiche Ilhan Omar e Rashida Tlaib (quest’ultima di origini palestinesi), le quali hanno fin dall’inizio appoggiato il movimento BDS che promuove il boicottaggio d’Israele sia in ambito economico che culturale, un fatto che non si era mai verificato prima nella storia del Partito Democratico.

Secondo Ynetnews la Tlaib e la Omar, rispettivamente di 42 e 37 anni, hanno più volte accusato Israele di razzismo e violazione dei diritti umani. In un’intervista rilasciata a gennaio a Yahoo News, la Omar ha dichiarato: “Quando vedo le leggi israeliane che lo riconoscono come uno Stato Ebraico senza riconoscere le altre religioni di chi ci vive, e ci viene ancora detto che è una democrazia nel Medio Oriente, mi viene quasi da ridere.” Tuttavia, le loro dichiarazioni su Israele hanno scatenato le reazioni sia delle comunità ebraiche, che votano prevalentemente per i democratici, sia di alcuni democratici vicini a Israele.

Le due parlamentari hanno rilasciato queste dichiarazioni proprio in un periodo in cui Donald Trump stava rafforzando i legami con Israele e tagliando i fondi per i palestinesi. Tuttavia, il Partito Repubblicano ne ha approfittato per attaccare i democratici, tanto che in una loro dichiarazione del 29 gennaio si legge che: “I democratici hanno messo in chiaro che l’odiosa e bigotta retorica contro Israele non è confinata ad alcuni membri appena eletti. È la posizione mainstream dell’odierno Partito Democratico e la loro leadership lo consente.”

Per contrastare l’immagine di un Partito Democratico che prende derive estremiste, a gennaio alcune sue personalità di spicco hanno fondato la Democratic Majority for Israel, per dare voce a quei democratici in disaccordo con le posizioni di Omar e Tlaib. Secondo il New York Times, tra i membri di questo gruppo figurano l’ex-governatore del Michigan Jennifer Granholm e l’ex-segretario dello sviluppo urbano dell’Amministrazione Clinton Henry Cisneros.

Secondo un sondaggio del Pew Research Center, nell’ultimo ventennio si sono molto polarizzate, negli USA, le opinioni su Israele a seconda dell’orientamento politico: nel 2001, tra i repubblicani la percentuale di chi simpatizzava più per Israele che per i palestinesi era del 50%, mentre nel 2018 era salita al 79%; tra i democratici, al contrario, nello stesso arco di tempo la percentuale di filoisraeliani è scesa dal 38% al 27%.