La battaglia del Foglio contro il boicottaggio arriva in Parlamento

Italia

di Paolo Castellano

foglio-campagna-antiboicottaggioNelle ultime settimane si è molto discusso della decisione da parte dell’Unione Europea riguardo alla doppia etichettatura che i prodotti israeliani dovrebbero avere in merito alle merci prodotte dentro e fuori la linea Verde del 1967.

Come abbiamo raccontato già su Mosaico, lascia senza parole come la burocrazia europea si sia concentrata sulle merci israeliane ignorando le altre duecento contese territoriali nel mondo: dalla Crimea invasa dalla Russia al Tibet sotto dominio cinese fino a Cipro.

Si pensa che tale decisione voglia emarginare politicamente Israele proprio in un momento di confusione data la Terza Intifada dei Coltelli. Questa proposta inoltre potrebbe rappresentare un ostacolo al raggiungimento di una pace stabile e duratura tra israeliani e palestinesi.

Il quotidiano Il Foglio ha dunque scelto di schierarsi contro la decisione dell’EU proponendo ai suoi lettori e a tutti i cittadini di firmare una petizione per chiedere il ritiro della proposta discriminatoria della doppia etichettatura.

La petizione è già stata firmata da molte persone (più o meno note) tra cui Claudio Cerasa, Giuliano Ferrara, Giulio Meotti, Paolo Mieli, Giuliano Ferrara, Angelo Panebianco, Anita Friedman, Dario Nardella, Marco Pannella e altri.

Il Foglio ha aperto anche un comitato di solidarietà anti boicottaggio per promuovere la vendita di prodotti israeliani e l’acquisto di ciò che l’Europa vuole incredibilmente marchiare.

Per rispondere al boicottaggio si possono acquistare i prodotti israeliani e quelli consigliati sono: agrumi e pompelmi (Mehadrin, Jaffa), datteri (Mehadrin, Haidaklaim, King Solomon, Jordan River), avocado, mango e melograni (Mehadrin, Kedem, Frutial, Sigeti, McGarlet), frutta secca. Tra i vini si possono acquistare il Golan Heights Winery e il Barkan, due fra i maggiori e più pregiati vini israeliani disponibili in tutte le nostre enoteche.

E infine i prodotti gasatori per acqua frizzante Sodastream e i cosmetici Ahava (azienda israeliana famosa per i fanghi del Mar Morto).

Nel frattempo il 27 novembre la battaglia anti-boicottaggio è arrivata in Parlamento. In un articolo de Il Foglio si apprende: “Con un’interpellanza presentata da parlamentari di diversi gruppi politici (il primo firmatario è Massimo Parisi, Ala) viene chiesto se il provvedimento sarà esteso ai prodotti provenienti dai territori occupati come il Tibet e il Sahara occidentale”.

Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico , ha risposto così all’interpellanza dei parlamentari presso la Camera: “In termini di flussi commerciali le linee guida per l’indicazione di origine avranno un effetto pratico limitato poiché interessano solo il 2% dell’intero ammontare delle esportazioni israeliane verso l’Unione europea” e ha aggiunto che le uniche conseguenze negative riguarderebbero “il proseguimento del dialogo tra Unione europea e Israele e il rilancio del processo di pace tra israeliani e palestinesi” .

Per firmare la petizione mandate una e-mail qui: stopalboicottaggio@ilfoglio.it oppure compilate il form sul sito web del Foglio.