Giacobbe benedice i suoi figli

Parashat Vaykhi. Il valore della famiglia nella Genesi

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Se vuoi capire di cosa tratta un libro, guarda attentamente come finisce. La Genesi termina con tre, in profondità, scene significative.

Prima scena Jacob benedice i suoi nipoti, Efraim e Manasse. Questa è la benedizione che i genitori ebrei usano il venerdì sera per benedire i loro figli. A lord Jacobovits, che fu capo rabbino prima di me, chiesi perché questa è la benedizione che usiamo per i nostri figli, piuttosto che tutte le altre benedizioni della Torah? Mi diede una bella risposta. Disse, che tutte le altre brachot sono da padri a figli – e tra padri e i figli possono esserci tensioni. La benedizione di Giacobbe che diede a Efraim e Manashe è l’unica nella Tora di un nonno che benedice un nipote. E tra i nonni e nipoti non ci sono con più probabilità tensione, solo puro amore.
Seconda scena, Jacob benedice i suoi dodici figli. Questa volta c’è una tensione persistente. Le benedizioni di Jacob ai suoi tre figli più grandi, Reuven, Shimon e Levi, si leggono più come maledizioni che berachot. Tuttavia sta benedicendo tutti e dodici i figli insieme, nella stessa stanza, allo stesso tempo. Non abbiamo visto mai accadere questo prima, non abbiamo nemmeno una traccia della benedizione di Abramo ad Ismaele o a Isacco. Isacco benedice Esaù e Giacobbe separatamente, il semplice fatto che Jacob è in grado di riunire i suoi figli per questo momento è unico e importante.
Nel prossimo capitolo della Torah- il primo del Libro dell’Esodo – gli israeliti sono, per la prima volta, descritti come un popolo. Dovevano, però, essere in grado di vivere insieme come una famiglia, prima che potessero crescere come una nazione.
Terza scena, dopo la morte di Giacobbe, i fratelli chiesero a Giuseppe di perdonarli per le loro malefatte, cosa che lui fa Ma l’aveva già fatto anche prima. La famiglia è la culla della libertà. I fratelli erano preoccupati che Giuseppe avesse aspettato fino a quando il loro padre fosse morto per vendicarsi, come pensò di fare Esau quando ad un certo punto aveva promesso di uccidere Giacobbe a causa del furto della primogenitura. I figli non si vendicano della famiglia mentre il padre è vivo – sembra essere stato il principio che si rispettava a quei tempi. Joseph parla direttamente alle loro paure e li tranquillizza. “Avevate intenzione di farmi del male, ma Dio ha agito per il bene, per ottenere quello che succede oggi, la possibilità di mantenere in vita un grande popolo” salvandolo attraverso Giuseppe dalla carestia.
Prendendoci cura gli uni degli altri, impariamo a prenderci cura del bene comune.
La Torah ci sta dando un messaggio inaspettato qui: la famiglia è prima di tutto il resto, prima della terra, della nazione, della politica, dell’economia, della ricerca del potere e dell’accumulo di ricchezza.

Da un punto di vista esterno, la storia impressionante è che Joseph raggiunse le vette del potere in Egitto, quando voltiamo pagina e iniziamo il Libro dell’Esodo, noi scopriamo che la posizione degli israeliti in Egitto era molto vulnerabile e tutto il potere che Joseph aveva centralizzato nelle mani del faraone, alla fine sarebbe stato usato contro loro. La genesi infatti non parla del potere, riguarda le famiglie. Perché è lì che inizia la vita insieme e dove noi impariamo a prenderci cura e ad amare.

Di Rav Jehonatan Sacks

(Foto: Harry Anderson, “Giacobbe benedice i suoi figli”)