Il Rebbe di Lubavitch

Uno Tzaddik della nostra epoca, il ricordo del Rebbe di Lubavitch a 25 anni dalla sua scomparsa

Ebraismo

di Roberto Zadik
Sono passati 25 anni dalla scomparsa di uno straordinario personaggio come il settimo Rebbe di Lubavitch, Rav Menachem Mendel Schneerson, che visse 92 anni e che col suo contributo umano e spirituale ha rivoluzionato il mondo ebraico contemporaneo. Pensatore lucido e ispirato, autore di opere illuminanti come il “Likutei Sichot”,  leader religioso carismatico, intenso e coraggioso, egli è stato un protagonista assoluto dell’ebraismo internazionale, spiccando per la sua personalità, per la saggezza dei suoi consigli e come guida spirituale aiutando e accogliendo migliaia di persone che si recavano da tutto il mondo, fra cui personalità importanti come lo scrittore Elie Wiesel e autorità politiche, come Nethanyahu e Ariel Sharon, nel suo ufficio newyorchese nel quartiere di Crown Heights.

Ammirato e omaggiato in tutto il mondo raggiunse grande popolarità come altri importanti figure dell’ebraismo russo e ucraino, dal Baal Shem Tov e il suo bisnipote Rabbi Nachman di Breslov, al Gaon di Vilna, al Chafez Chaim. In questi giorni sono usciti numerosi interventi dedicati al Rebbe, dal Times of Israel al Jerusalem Post . Attualmente i suoi insegnamenti basati su importanti valori ebraici come l’avvicinamento degli “ebrei lontani”, lo studio costante della Torah,  la solidarietà fra ebrei “Ahavat Israel” su esempio del grande Moshe Rabbeinu, vengono diffusi dai suoi emissari (shlichim) presenti nei Bet Chabad in vari punti del Pianeta, dall’Europa, al Nord e Sud America, all’Africa, all’Asia, dall’India alla Thailandia, all’Australia. Dal 1994 ad oggi le famiglie di emissari Chabad sono enormemente aumentate, passando da 1.300 a 5000 e spesso e volentieri essi dedicano la propria vita al prossimo e all’insegnamento costante dei precetti biblici.

In tema di  articoli, sempre sul Times of Israel  vengono raccontate le commemorazioni avvenute il 2 luglio a New York. In ricordo del Rebbe – il cui Jahrzeit, anniversario della scomparsa, avvenne in data ebraica, il 3 di Tammuz del 1994, che quest’anno coincide con il 6 luglio – martedì scorso una vasta folla di visitatori si è radunata nel quartiere residenziale dei Queens, dove si trova il mausoleo contenente la sua tomba. Il sito riporta che c’era una moltitudine di persone, giovani, anziani, donne e bambini disposti a trascorrere lunghe ore in fila per visitare questo luogo. Secondo l’articolo, i rappresentanti Chabad locali hanno affermato che in occasione di questo anniversario che si è tenuto con assoluta sobrietà, in questi giorni, circa 50mila persone abbiano visitato la tomba, che si trova in una costruzione piccola e facilmente raggiungibile e che annualmente vi si recano 400mila visitatori. Rabbi Schneerson è stato il leader del Movimento per più di quattro decenni, rafforzando una comunità newyorchese ortodossa che all’epoca del suo arrivo era formata dai gruppi chassidici i cui membri erano devastati dalla Shoah e a cui egli seppe infondere speranza e fiducia nel futuro.

L’anniversario della sua scomparsa è stato ricordato anche da alcune istituzioni israeliane. A questo proposito il portavoce della Knesset Yuli Edelstein che ha sottolineato come il “Rebbe fosse un modello di Ahavat Israel, un valore fondamentale che ci protegge costantemente.” In tema di interventi si è espresso anche Rabbi Zalman Shmotkin, esponente Chabad newyorchese che ha sottolineato “la semplicità e la sobrietà con cui il Rebbe si dedicava all’ebraismo, evitando qualsiasi forma di ostentazione e di esibizionismo” e dello stesso avviso anche il visitatore Mark Stein nato in Sudafrica da famiglia ebraica che si è definito un “ammiratore del Rebbe senza essere Chabad” venuto fino a New York dal suo Paese d’origine.

La memoria del Rebbe è stata celebrata anche in Ucraina, sua patria dove nacque e visse la sua infanzia prima di trasferirsi in varie città, da Berlino, a Varsavia dove nel 1928 a 26 anni sposò la sua consorte Chaya Muskar per poi stabilirsi permanentemente a New York che divenne il centro della sua attività e della sua vita. Proprio in Ucraina, non nella sua Kiev ma nella cittadina di Dnepropetrovsk, che ospita una numerosa comunità ebraica, 50mila iscritti, gli è stata dedicata una strada. Come mai proprio lì? Per alcuni anni egli vi abitò con la sua famiglia  assistendo all’arresto di suo padre negli anni ’30 da parte del Regime Comunista e da lì riuscì a fuggire poco dopo. In quel luogo la Comunità ebraica e il suo Rav Kaminezki, uno dei principali esponenti Chabad ucraini hanno deciso di dedicargli una  via, come era già avvenuto per lo scrittore Shalom Aleichem, nome di punta della letteratura Yiddish. Come ha detto Kamizenski “ questo è un evento di fondamentale importanza per la città e per il Paese in generale.”

Sul sito Chabad.org il Rebbe viene ricordato, come anche su vari social, da Facebook a Twitter, come “colui che insegnò il potere di una Mitzva, di una buona azione che può salvare un correligionario in un momento difficile”. Molto intenso anche il ricordo sul “Jerusalem Post” in cui viene sottolineato il ruolo fondamentale del suo segretario Rabbi Yehuda Krinsky, responsabile del sistema educativo del Merkos L’inyonei Chinuch che ha accompagnato il Rebbe per quasi mezzo secolo e che si è occupato di pubblicare e diffondere i suoi insegnamenti conservandone e rinnovandone la memoria. Sempre sullo stesso sito vengono riportate,in un altro articolo,le iniziative e il grande successo di vari centri Chabad, da Miami, a Perth in Australia, fino a Buenos Aires, a Mumbai, il cui centro Chabad venne colpito da un terribile attentato nel 2008, all’Islanda che dimostrano la forza e la longevità degli insegnamenti e della personalità del Rebbe che fino all’ultimo seppe illuminare chiunque lo conobbe e che riesce a ispirare anche a 25 anni dalla sua scomparsa. Importante l’intervento del Rabbino Jonathan Sacks che sul suo sito ha commemorato il Rebbe con un video sottolineando come “egli abbia cambiato la sua vita” e come “la sua influenza sia ancora viva oggi nel mondo grazie ai suoi discepoli che portano avanti i suoi valori” e che nel 2014 specificò come egli “non fu solo un grande leader ma un personaggio unico”.