Crescere senza dimenticare: lo spettacolo della V linguistico

Abbiamo il piacere di invitarvi alla serata “Insieme a teatro” giovedì 4 dicembre alle ore 20.45 in Aula Magna, Scuole della Comunità ebraica di Milano. Gli allievi della V linguistico si esibiranno nella replica dello spettacolo: “Jamais Je n’oublierai, mai dimenticherò “, regia di Sacha Oliviero presentato al Laiv Action a maggio. La nostra scuola ospiterà anche il liceo Taramelli e l’Istituto Superiore Claudio Varalli.

Un’ora di emozione, stupore, ammirazione, pensieri che si accendono, suggestioni in crescita. Sono queste le sensazioni provate dal pubblico che nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti di Milano ha assistito, mercoledì 28 maggio, a Jamais je n’oublirai – Mai dimenticherò, spettacolo nato nell’ambito del progetto “LAIV action” e in rassegna a Milano per un’intensa tre giorni di scuole e scolari di Lombardia e dintorni.
Promosso da Fondazione Cariplo, nato nel 2006, il Laboratorio delle arti interpretative dal vivo ha coinvolto fino a oggi circa 180 scuole secondarie di secondo grado, fra cui la nostra, che per tre anni ha inserito nell’offerta formativa laboratori di musica e teatro.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione per la Scuola della Comunità ebraica di Milano.
Grazie all’inserimento del progetto teatro nel piano dell’offerta formativa, la nostra scuola può dedicare a questo importante lavoro una sinergia invidiabile, che porta gli insegnati di francese, ebraismo, filosofia, informatica e laboratorio di francese a collaborare con l’ottimo regista – insegnante Sacha Oliviero-, oltre che naturalmente con i ragazzi stessi, alla realizzazione di uno spettacolo interamente recitato in francese.
Il tema di quest’anno prende avvio da La notte di Elie Wiesel, testo celeberrimo e fondamentale, fra i primi a raccontare l’esperienza della deportazione e del campo di sterminio. La regia di Oliviero offre un’ora di intensi bagliori, luci e ombre suggestive, un succedersi di immagini spesso inaspettate, a volte invece archetipiche, scaturite dal ben definito “immaginario Shoah” che è oramai quasi innato nelle nostre fantasie.
Valige e treni si alternano a foglie d’autunno. Violini che fluttuano appesi a un (forse un po’ troppo visibile e però dolce) filo di nylon cedono il posto a scene originalissime, in cui appare evidente come gli allievi della nostra scuola rientrino appieno nella cosiddetta “terza generazione”. Ossia nell’età di coloro che, pur essendo ancora vicini e toccati dallo sterminio, sono in grado di osservare la tragedia da una certa distanza, riuscendo a trovare il coraggio, per esempio, di inventare e ballare una coreografia che racconti la deportazione sui ritmi di una musica elettronica.

La Storia, il Tempo, il ritmo
Forse è proprio questa la cifra stilistica di Jamais je n’oublirai, opera classica e pure tanto originale. Scena simbolo potrebbe essere la lezione di storia, idea geniale eseguita magistralmente, ambientata in una Parigi da film anni ‘60, dove graziose ragazze in cappellini e minigonne scandiscono in 4/4 i fatti salienti della storia recente, narrando avvenimenti fra i più tragici, ma danzandoli come in una canzonetta dell’epoca, vivace nel ritmo e povera di melodia.
L’illusione teatrale non è mai cercata, ma sempre rivelata, come nella scena in cui i ragazzi staccano dagli avambracci pezzi di nastro adesivo che servirebbero a coprire (o a evocare?) i numeri tatuati dei deportati: ancora un segno del legame con un passato del quale forse si può iniziare a ragionare con una qualche distanza.

(Miriam Camerini)