di Fabio Lopez
Nell’ambito della formazione dell’Arboreto dei Giusti di Val d’Intelvi, su mia proposta, è stato individuato un grande antico faggio chiamato “fuatell”, nei pressi del rifugio Bugone in comune di Moltrasio: diverrà parte del monumento vegetale diffuso, in accordo con GariWo. Lì a fianco c’era la caserma dove era di stanza Salvatore Corrias – milite della GdF e partigiano nella brigata Artom (e sotto quell’albero passava le poche ore libere a scrivere a madre e fidanzata in Sardegna): fu fra i protagonisti del salvataggio di moltissimi ebrei del bacino milanese, attraverso la rete di confine di quella montagna (da lì si scendeva a Chiasso lato elvetico). Ai piedi di quell’albero nel febbraio del ’45 venne trovato crivellato di colpi il suo corpo, per mano dei fascisti.
L’opera di quel giovane milite sardo mi è stata personalmente ricordata da Valeria Ancona Calabi – e suo nipote Giulio Pagano ne ha tracciato una commovente biografia. Il milite (in realtà partigiano resistente) spacciò sua sorella per la propria fidanzata nel percorso lungolago dalla stazione di Como fino a salire sul monte e, assieme a tutta la famiglia Ancona, riuscì a superare tutti i posti di blocco.
Dal 2006 Salvatore Corrias è medaglia d’oro al valore civile (conferita dal presidente Napolitano) e giusto fra le nazioni a Yad Vashem.
Sempre da quel monte passò, fra gli altri anche Vittore Veneziani, il maestro del coro della Scala, che fu l’insegnante di musica e canto della resiliente via Eupili ’38-’43. Ci sarà quindi anche un concerto corale, proprio degli Amici del Loggione della Scala, che si chiuderà con un brano recuperato fra quelli che Veneziani produsse nel suo esilio a Roveredo Grigioni, dove dimorava in compagnia, fra gli altri, dei miei nonni Sabatino Lopez e Sisa Tabet.