di Nathan Greppi
È stata ritrovata una fossa comune contenente le ossa di centinaia di persone durante dei lavori in quello che un tempo era il ghetto ebraico di Brest, nel sud-ovest della Bielorussia. (Nella foto, un monumento agli ebrei e prigionieri assassinati dai nazisti in quello che era il ghetto di Lachva, nella regione di Brest, Bielorussia).
Secondo l’agenzia di stampa JTA oltre alle ossa, appartenenti a uomini, donne e bambini, sono stati trovati anche vestiti, scarpe e altri oggetti personali in un punto dove c’erano dei lavori in corso. I primi ritrovamenti sono avvenuti il mese scorso, ma da allora sono state rinvenute dozzine di resti quasi ogni giorno. Il sindaco di Brest, Alexander Rogachuk, ha affermato che le ossa appartenevano agli ebrei rinchiusi dai nazisti nel ghetto durante la Shoah. Durante la guerra, furono 3 milioni i civili bielorussi uccisi dai nazisti, e di questi 800.000 erano ebrei.
Rogachuk ha dichiarato a un sito di notizie di Brest che sta provando a sentire associazioni ebraiche bielorusse e straniere per organizzare la sepoltura dei resti nei cimiteri ebraici locali. In seguito alla scoperta i lavori sopra il sito sono stati interrotti, pur proseguendo intorno ad esso.
In passato è capitato che le autorità bielorusse sono state attaccate in quanto concedevano appalti per costruire nuovi edifici sopra dei cimiteri ebraici: è successo, ad esempio, nel 2017 a Gomel, nel sud-est del paese. Yakov Goodman, un’attivista ebreo americano nato in Bielorussia che si batte per preservare il patrimonio ebraico, in passato ha accusato il governo bielorusso di aver autorizzato la distruzione di tre sinagoghe, due nella capitale Minsk e una a Luban, e di almeno tre cimiteri ebraici oltre a quello di Gomel.