shabbat

Parashat Sheminì. L’uomo davanti a Dio deve cancellare se stesso

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Se Nadav e Avihu avessero usato la propria iniziativa per combattere il male e l’ingiustizia, sarebbero stati degli eroi. Poiché hanno usato la loro iniziativa nell’arena del Santo, hanno sbagliato. Hanno affermato la propria presenza nella Presenza assoluta di Dio. Questa è una contraddizione in termini. Ecco perché sono morti.

Shoshannah Brombacher, Tzav

Parashat Tzav. I sacrifici animali, sostituto alla violenza fra uomini

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Non è che Dio approvi l’uccisione degli animali, sia per il sacrificio che per il cibo, ma vietare questo agli esseri umani, data la loro predisposizione genetica allo spargimento di sangue, è un’utopia. I sacrifici animali sono una concessione alla natura umana. I sacrifici sono un sostituto della violenza diretta contro l’umanità.

Parashat Vayikrà. Offrendo un sacrificio, offriamo noi stessi

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Fisicamente, non siamo quasi niente; spiritualmente, siamo sfiorati dalle ali dell’eternità. Abbiamo un’anima divina. La natura del sacrificio, inteso psicologicamente, è dunque chiara. Ciò che offriamo a Dio è (non solo un animale ma) il nefesh habeheimit, l’anima animale dentro di noi.

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Parashat Ki Tissà. La Torà aiuta l’uomo a creare una società compassionevole

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Più crediamo che Dio punisca i colpevoli, più diventiamo indulgenti. Meno crediamo che Dio punisca i colpevoli, più diventiamo risentiti e punitivi. Questa è una verità totalmente controintuitiva, ma che finalmente ci permette di vedere la profonda saggezza della Torah nell’aiutarci a creare una società umana e compassionevole.

Parashat terumà

Parashat Terumà. L’importanza del dono nell’ebraismo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La costruzione del Santuario diede agli israeliti la possibilità di restituire a Dio. La successiva legge ebraica ha riconosciuto che il dono è parte integrante della dignità umana, quando ha pronunciato la  sentenza che anche un povero completamente dipendente dalla carità è comunque obbligato a fare tzedakà.