di Davide Cucciati
L’accordo relativo al conflitto in Gaza non sarebbe stato frutto della libera strategia del governo israeliano bensì di un’imposizione americana. In un editoriale pubblicato il 19 ottobre 2025 dal titolo esplicito “This is how the Americans turned Israel into a banana republic”, Ben-Dror Yemini sostiene che il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi non sarebbero stati possibili senza l’intervento diretto dell’amministrazione Trump.
Netanyahu
Netanyahu all’ONU: “No a uno Stato palestinese, Israele non si piegherà”
di Anna Balestrieri
All’ONU, il discorso è stato accolto da una massiccia protesta diplomatica: decine di delegati hanno lasciato l’aula in segno di dissenso, in particolare da paesi arabi, africani e da alcune delegazioni europee. Nonostante il boicottaggio, Netanyahu ha denunciato le decisioni recenti di riconoscere la Palestina come Stato, definendole un “incoraggiamento al terrorismo”.
Netanyahu ottiene l’approvazione del gabinetto di sicurezza per la conquista di Gaza City, nonostante gli avvertimenti dell’IDF
di Anna Balestrieri
Il governo israeliano ha approvato nella notte tra giovedì e venerdì 8 agosto un piano presentato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu per conquistare Gaza City. La decisione è stata presa nonostante l’opposizione espressa dai vertici militari, che temono un peggioramento della situazione umanitaria e rischi gravi per gli ostaggi ancora detenuti da Hamas.
Joe Biden e papa Bergoglio, la ricerca del consenso e la rinuncia alla morale della responsabilità
di Paolo Salom
[Voci dal lontano occidente] Il leader politico del lontano Occidente, il presidente americano Joe Biden, ritiene che il Primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, sia un problema al punto da attaccarlo pubblicamente con parole dure: “Fa più male che bene allo Stato ebraico”.
Israele: Netanyahu e Biden si sentono per discutere la questione palestinese; aumentano le proteste anti-governative nel paese.
di Giovanni Panzeri
Il presidente americano Joe Biden e il primo ministro israeliano Netanyahu si sono confrontati per la prima volta dopo settimane sul conflitto a Gaza in un colloquio telefonico di 40 minuti. Hanno parlato anche della costituzione di uno Stato palestinese.
Riforma della Giustizia: Netanyahu prende tempo, rimanda l’approvazione e apre al dialogo
di Giovanni Panzeri
Riforma della Giustizia: Netanyahu prende tempo, rimanda l’approvazione a maggio e apre al dialogo. “Bisogna evitare una guerra civile”. Si fermano gli scioperi ma le proteste continuano.
L’agenda politica di Netanyahu, gli equilibri con gli alleati, gli scenari che cambiano
di Avi Shalom, da Tel Aviv
Elezioni 2022 e nuovo governo: i vincitori promettono di cambiare la fisionomia di Israele. Quali i programmi della destra, uscita vincitrice dal voto dell’1 novembre? Un fitto calendario: dalla magistratura che dovrà inchinarsi al potere legislativo, agli insediamenti “giovani” che verranno regolarizzati.
Israele: Bennett e Lapid verso lo scioglimento della Knesset e nuove elezioni
di Paolo Castellano
Israele torna al voto. Il 20 giugno Naftali Bennett e Yair Lapid hanno annunciato che la prossima settimana proporranno lo scioglimento della Knesset. Se la legge verrà approvata – molto probabile – i cittadini israeliani torneranno alle urne a fine ottobre.
Israele, termina l’era Netanyahu e nasce il governo Bennett-Lapid
di Paolo Castellano
È ufficiale. Il 13 giugno è nato un nuovo governo in Israele, il 36esimo dalla fondazione. La Knesset ha dato fiducia – con 60 sì su 120 votanti – al progetto politico di Naftali Bennett e Yair Lapid, che si alterneranno nella guida dello Stato ebraico nei prossimi anni del mandato quadriennale.
Israele e la difficile arte di formare un governo (stabile e duraturo)
di David Zebuloni
Dopo il quarto tormentato girone elettorale in meno di due anni, Israele sembra essere a un punto di rottura. L’unica vera democrazia del Medio Oriente si trova infatti a pagare il caro prezzo della democrazia stessa.
Israele: le elezioni si avvicinano e la sinistra è alla deriva
di Avi Shalom
Migliaia di persone sono scese in piazza negli ultimi mesi per manifestare contro il Governo e contro Netanyahu accusato di corruzione e frode. Ma al momento di compattarsi per presentare liste e programmi per le elezione del 23 marzo, le forze di sinistra si sono dimostrate litigiose e inconcludenti. Il risultato? I “padri fondatori” dello Stato non hanno eredi
Netanyahu rivendica: Joe Biden? Un grande amico…
di Aldo Baquis, da Tel Aviv
Cambia l’inquilino della Casa Bianca ma Israele vuole confermare il legame inscindibile con gli Stati Uniti. Se molti israeliani avrebbero preferito la rielezione di Trump, grati per l’Ambasciata a Gerusalemme e per gli Accordi di Abramo, gli ebrei americani hanno confermato il sostegno ai democratici.














