Joe Biden e papa Bergoglio, la ricerca del consenso e la rinuncia alla morale della responsabilità

di Paolo Salom

[Voci dal lontano occidente] Il leader politico del lontano Occidente, il presidente americano Joe Biden, ritiene che il Primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, sia un problema al punto da attaccarlo pubblicamente con parole dure: “Fa più male che bene allo Stato ebraico”. Il leader spirituale del lontano Occidente, Papa Bergoglio, afferma che a Gaza è “guerra tra due irresponsabili”. Intanto il resto del mondo impazzisce di manifestazioni antisemite. Se credete di trovarvi in un brutto sogno sappiate che non è così: questa è la nostra realtà, dove il bene è il male e il male è il bene.

Proviamo a capire. Davvero Netanyahu è la causa del disastro del 7 ottobre? Io non scrivo, qui, di politica israeliana perché – al di là delle opinioni personali che ho, come tutti – ritengo che spetti unicamente agli israeliani giudicare apertamente chi li governa. A Gerusalemme, dalla ri-nascita dello Stato ebraico, siede un governo democratico, eletto dai cittadini: avere un’idea sull’efficacia o meno di questo o quell’esecutivo è legittimo, per carità. Ma resta un esercizio di stile, visto che la facoltà di incidere sulla realtà politica è appannaggio, come è giusto e ovvio, soltanto a chi esercita il proprio diritto di voto. Quello che posso fare, e chi mi segue lo avrà ormai capito, è sostenere Israele, dalla mia comoda poltrona italiana, senza se e senza ma: io credo da sempre che la vita della golah e quella dello Stato ebraico siano legate a filo doppio, nelle gioie e nei momenti difficili.

Perciò trovo assurdo che il Presidente americano, leader di una nazione che ha reso la democrazia un sistema sacrale tanto da farne un bastione della libertà nel mondo, attacchi con tanta sicumera il capo dell’unica democrazia in una regione di sanguinarie dittature. E per di più lo fa, pubblicamente, proprio nel momento più difficile di quel Paese, trascinato in una guerra che non ha voluto, ferito da atti di ferocia che non si vedevano nel mondo dai tempi della Shoah. Il governo Netanyahu resta in ogni modo una questione interna degli israeliani: che peraltro, in questo frangente, sono uniti e solidali nel cercare di cancellare la minaccia mortale ai propri confini, malgrado le manifestazioni di piazza. Ma forse, e qui azzardo un giudizio, Joe Biden ha in mente il suo di problema: le elezioni di novembre, oscurate da una situazione domestica tutt’altro che semplice per la propria parte elettorale, sempre più radicalizzata dalle voci di chi guarda a Israele (e agli ebrei) con il paraocchi del pregiudizio.

Quanto al Pontefice: trovo che equiparare aggressore e aggredito, metterli sullo stesso piano (“irresponsabili”) sia una distorsione della realtà, una rottura della morale capace di riportare i rapporti tra Chiesa e mondo ebraico agli anni terribili che immaginavamo sepolti nella Storia. Capisco gli appelli alla pace, capisco la protezione dei più deboli.

 

Ma la giustizia, sulla Terra, non può prescindere dalle responsabilità. Chi si è macchiato di violenze indicibili su donne, bambini, anziani, colpiti in un giorno di festa nelle loro case, nei loro letti, trascinati come ostaggi nei tunnel di Gaza, non può essere considerato alla stregua di chi combatte per difendere la propria nazione ferita. In passato, papa Pio XII, ancora oggi criticato per i suoi silenzi durante la Seconda guerra mondiale, comunque aveva fatto aprire le porte di chiese e conventi per proteggere molti ebrei disperati che cercavano di sfuggire alla furia nazifascista. Ancora oggi la sua figura, tuttavia, resta storicamente controversa. Ora, e questo non è un giudizio ma un fatto, è inaccettabile il solo paragonare gli aguzzini di Hamas ai soldati di Israele, in guerra per sopravvivere nonostante tutto e tutti. Se Gaza è distrutta è colpa solo e soltanto di chi l’ha governata per decenni con l’unico intento di demolire lo Stato ebraico. Noi questo lo vediamo con chiarezza. E non accettiamo lezioni di moralità da chi tradisce la propria per motivi di convenienza. Am Israel Chai.

 

Foto in alto: papa  Bergoglio a Betlemme prega davanti alla scritta Free Palestine (rainews – 25 maggio 2014)