Beniamin Netanyahu

Sciopero nazionale e proteste per gli ostaggi in tutto Israele

Israele
di Anna Balestrieri 
Un vasto sciopero nazionale è iniziato domenica mattina in Israele, con manifestazioni in tutto il paese per chiedere il ritorno degli ostaggi detenuti da gruppi armati palestinesi a Gaza. Le famiglie degli ostaggi protestano contro la decisione del governo di intensificare la guerra a Gaza, preferendo una campagna militare per conquistare Gaza City.

Crisi di governo: Degel haTorah si ritira dalla coalizione, e Shas ci pensa. Mentre Bibi cerca di tenere in piedi il governo, in mezzo alla guerra e alla tragedia degli ostaggi

Israele

di Anna Balestrieri
Mentre gli Stati Uniti spingono per un accordo sugli ostaggi, il premier israeliano Beniamin Netanyahu affronta pressioni crescenti dall’estrema destra e dai partiti religiosi della coalizione. Il rischio di una crisi istituzionale si affianca alla prosecuzione della guerra a Gaza e alle tensioni sul fronte interno.

Soldati haredim (Screenshot X, fonte World Israel news)

Israele, svolta sulla leva militare: l’IDF lancia un reclutamento di massa degli Haredim mentre cresce lo scontro politico

Israele

di Anna Balestrieri
Gli ordini di leva saranno inviati in più fasi durante il mese di luglio 2025, con appuntamenti di arruolamento distribuiti lungo l’anno di leva 2025–2026. I partiti ultraortodossi Shas e UTJ hanno minacciato di boicottare tutte le votazioni plenarie alla Knesset fino alla consegna del testo finale. Ma per il 2025, l’IDF punta a integrare almeno 4.800 haredim.

Il dissidente Ashkan Rostami: “In Iran abbiamo più paura del cessate il fuoco che della guerra. Netanyahu? Ha dato un grande aiuto al popolo”

Personaggi e Storie

di Davide Cucciati
Ashkan Rostami è uno dei più autorevoli esponenti della diaspora iraniana in Europa: rappresenta all’estero il Partito Costituzionalista dell’Iran e da tempo prende parte al Consiglio di Transizione dell’Iran. La sua voce, spesso ospite di testate internazionali, offre un quadro lucido e spietato del dissenso iraniano. Qui un’intervista, in cui ci racconta che cosa pensano gli iraniani di Trump e Netanyahu, e di quanto l’occidente non capisca il pericolo dell’IRGC.

La Knesset, il parlamento israeliano

La proposta di scioglimento della Knesset fallisce: i partiti haredi si spaccano ma frenano l’opposizione

Israele

di Anna Balestrieri
Il disegno di legge sostenuto dall’opposizione per sciogliere anticipatamente la Knesset è stato respinto in prima lettura, con 61 voti contrari e 53 favorevoli. Decisivo il passo indietro della maggior parte dei parlamentari ultraortodossi, che hanno scelto di non sostenere l’iniziativa, evitando così un’accelerazione della crisi politica.

Yuli Edelstein

Crisi del governo Netanyahu: lo scontro sulla leva degli haredim può portare allo scioglimento della Knesset

Israele

 di Anna Balestrieri, da Gerusalemme
I partiti ultraortodossi Shas e Giudaismo Unito nella Torah (UTJ) si preparano a sostenere la proposta di legge per sciogliere la Knesset, la cui lettura preliminare è prevista per oggi, mercoledì 11 giugno 2025 alle 11, ora israeliana. Salvo un cambiamento significativo nella posizione del deputato del Likud Yuli Edelstein (nella foto) riguardo la legge sulla leva obbligatoria, il voto favorevole appare certo.

Tensioni tra Libano e Israele per raid su infrastrutture Hezbollah, mentre a Tel Aviv continuano le proteste

Israele

di Anna Balestrieri
I raid nella periferia di Beirut  hanno preso di mira strutture sotterranee collegate alla produzione di droni di Hezbollah, proprio alla vigilia della festività musulmana di Eid al-Adha. Continuano le proteste contro il governo e la guerra, e la richiesta di liberare gli ostaggi, mentre emerge la notizia che Netanyahu ha attivato un gruppo anti-Hamas a Gaza.

Netanyahu approva l’ingresso degli aiuti umanitari a tutta la Striscia di Gaza

Mondo

di Nina Prenda
Il Primo Ministro ha detto che Israele “permetterà l’ingresso di una quantità di base di cibo per la popolazione al fine di prevenire lo sviluppo di una crisi della fame nella Striscia di Gaza”. La decisione del primo ministro è stata presa senza un voto tra i ministri poiché la maggior parte del gabinetto si è opposta alla mossa.