Tehillim del regista Raphaël Nadjari

Spettacolo

Gerusalemme. Il 17enne Menachem e la sua famiglia conducono una vita tranquilla e ordinaria che viene però sconvolta dalla misteriosa sparizione del padre dopo un incidente automobilistico. Mentre i componenti adulti della famiglia trovano rifugio nel silenzio e nella fede, Menachem e il fratellino David si mettono alla ricerca del padre.

È la trama del film Tehilim, presentato al Festival di Cannes il 21 maggio. Si presenta sotto la forma apparente di un documentario: la preghiera, la scena della famiglia a tavola con la macchina da presa che inquadra il cibo. Tehelim, quarto lungometraggio del cineasta marsigliese Raphaël Nadjari che si era già fatto conoscere con The Shade (presentato a Cannes nel 1999 nella sezione “Un certain regard”) e Apartment #5C (2002), può essere interpretata infatti come un’esplorazione, un viaggio in un altro territorio. L’immagine iniziale di Gerusalemme oggi potrebbe infatti far andare in questa direzione. In realtà Tehilim è un’opera sull’assenza, sulla perdita che frantuma e rimette in gioco le esistenze dei protagonisti, sia all’interno del territorio familiare, sia verso l’esterno. Al centro del film c’è una famiglia ebraica che vive un’esistenza ordinaria. Una mattina, in seguito a un incidente d’auto, il padre sparisce misteriosamente.

Coproduzione al 79 per cento francese guidata da BVNG Productions (Frédéric Bellaiche e Geoffroy Grison) con gli israeliani di Transfax, Tehilim, costato solo 620 000 euro, è stato pre-acquistato da Canal + e ha beneficiato dell’aiuto ai film in lingua straniera del Centre National de la Cinématographie (CNC) e del sostegno della Sofica Arte Cofinova. Haut et Court assicurerà l’uscita nelle sale francesi il 30 maggio e Films Distribution gestisce le vendite internazionali.