Jewish Matchmaking. La serie Netflix che svela i segreti dell’amore duraturo

di Marina Gersony

Jewish Matchmaking è la nuova serie di intrattenimento su Netflix che ci catapulta in modo leggero e spiritoso nel magico mondo di Aleeza Ben Shalom, una sensale matrimoniale ortodossa impegnata a trovare l’anima gemella per i suoi clienti ebrei negli Stati Uniti, con qualche occasionale incursione in Israele. Il programma segue le orme della serie Indian Matchmaking che esplorava la pratica del matchmaking all’interno di una comunità indiana.

 

Aleeza, sposata da 20 anni con cinque figli, vanta di aver accompagnato alla chuppah (il baldacchino nuziale della cerimonia ebraica) ben 200 coppie. Allegra, intelligente e scoppiettante, conosce a fondo i suoi clienti, con tutti i loro pregi e difetti, aspirazioni e progetti di vita. Il suo ruolo consiste nel proporre uno shiddukh, una presentazione promettente che potrebbe portare al fidanzamento e, idealmente, a un matrimonio duraturo. Con tutte le sfide che i single devono affrontare nel trovare un partner compatibile.

 

 

La sua filosofia si basa sulla “non imposizione” dei suoi metodi ai clienti, ma li incoraggia a fidarsi soprattutto di se stessi e delle proprie capacità di giudizio. I suoi mantra tipici sono: «in caso di dubbio, esci»; «esci con loro fino a quando non li odi»: in altre parole, smettila di essere così schizzinoso, dai alle persone una possibilità e non lasciarti accecare o scoraggiare da semplici sguardi.

 

Tra i protagonisti troviamo Dani che cerca qualcuno che la tratti come la regina che ritiene di essere e che abbia sopracciglia belle come le sue (ma non necessariamente migliori); Harmonie, una donna di 44 anni che si considera giovane e desidera viaggiare per il mondo, ama il sesso e preferisce gli uomini più giovani e appassionati, ma piange con sua madre quando parla di bambini; Ori, che cerca la perfezione assoluta, ma non sa veramente cosa desidera il suo cuore; Cindy che parla delle donne ebree che trovano attraenti gli uomini che indossano i tefillin. Senza contare le convinzioni di chi ritiene Gerusalemme, e non Tel Aviv, il posto giusto per chi cerca di sposarsi.

 

 

Jewish Matchmaking si propone di dar voce a diverse tipologie di ebrei più o meno giovani alla ricerca di Bashert, parola yiddish che significa “destino” o “anima gemella”. Una vera e propria galassia di pretendenti, una dozzina nella serie, alla ricerca della famiglia felice, ognuno con le sue aspirazioni, sfumature e preferenze quando si tratta di trovare il partner ideale: c’è chi cerca l’ortodosso “flexidox”, ossia una persona un po’ conservatrice e un po’ moderna, che segue le regole kasher a casa ma è libero di esprimersi al di fuori; chi ama gli animali e chi no; chi desidera un partner tutto casa, famiglia e sinagoga. Ci sono giovani donne che non hanno pregiudizi nei confronti dei divorziati, con o senza figli, e chi invece desidera un partner che parli ebraico oltre all’inglese o un eventuale heb-glish. Alcuni desiderano creare una nuova famiglia e fare l’Aliyah (“salire” in Israele), mentre altri preferiscono rimanere negli Stati Uniti. Nonostante le varie opzioni, gli uomini e le donne di Matchmaking – così come l’infaticabile Aleeza –  ridono sempre (a volte fin troppo), ma esprimono positività e allegria, come se fossero alla maratona delle risate sprizzando energia da tutti i pori. Perché alla fine, l’amore non conosce etichette!

 

Nel corso della serie vengono spiegati alcuni concetti come lo shomer negiah (la pratica di non toccarsi durante i primi appuntamenti per capire che tipo di relazione si potrebbe avere con quella persona) e il tikkun olam, il concetto di riparare il mondo o fare del bene attraverso le proprie azioni.

 

In breve, tra una risata e l’altra, luci e ombre, la serie offre allo spettatore uno spunto di riflessione attuale sulla pratica del matchmaking nella comunità ebraica ortodossa americana, anche se le informazioni per un pubblico non ebraico sulle tradizioni e i costumi legati al matrimonio nelle diversità della comunità sono limitate e parziali.

 

Il Segreto del Successo svelato dall’esperta Aleeza Ben Shalom

 

Un’intervista ad Aleeza, apparsa recentemente su YouTube, offre uno sguardo approfondito su Jewish Matchmaking e permette di conoscere meglio la figura della sensale matrimoniale ortodossa e il suo approccio nell’aiutare i clienti a trovare l’amore duraturo.

 

«Non arrendetevi mai alla prima delusione – ci tiene a precisare Aleeza – perché trovare l’anima gemella richiede impegno e perseveranza». Ma cosa ci aspetta in questa serie? Aleeza rivela un approccio aperto e privo di pregiudizio. Indipendentemente da chi siate, lei cercherà di comprendervi appieno per potervi trovare la persona perfetta.

 

Come avviene il processo con un nuovo cliente? C’è un questionario o un sondaggio da completare? Aleeza spiega che, sebbene ci sia un modulo di registrazione online per raccogliere i dati essenziali, il suo vero interesse è conoscere le persone dal profondo del loro cuore e della loro anima. Vuole scoprire le qualità che desiderano in un partner, i loro valori e le paure che potrebbero ostacolare l’incontro con l’amore vero.

 

Il Jewish Matchmaking si differenzia dagli altri servizi di “abbinamento” tradizionali? Secondo Aleeza, i principi fondamentali del matchmaking ebraico sono simili a quelli di altre fedi: «Che siate ebrei, cristiani, induisti o musulmani, l’importante è comprendere ciò che funziona per voi personalmente. L’osservanza delle tradizioni e delle credenze è fondamentale nel creare relazioni significative».

 

Quando gli appuntamenti sembrano più un lavoro che un divertimento, Aleeza offre consigli preziosi per rendere il processo più piacevole. «Potete anche assumere qualcuno che lo faccia per voi – suggerisce scherzosamente  –  perché in effetti la ricerca dell’amore richiede un impegno a tempo pieno. È fondamentale concentrarsi su ciò che realmente desideriamo in un partner e non accontentarsi di meno. Filtrare attentamente le opportunità e dedicare solo il 10% del nostro tempo alle persone che corrispondono ai nostri desideri ci permette di evitare l’affaticamento da appuntamenti e di conservare energia preziosa».

 

Con le sfide del mondo moderno, incontrarsi di persona può sembrare sempre più difficile. Aleeza ci rassicura che trovare l’amore richiede impegno e tempo, proprio come la ricerca di un lavoro: «Dedicate un po’ di tempo ogni giorno o settimana in modo intenzionale e, se vi sentite esausti, prendete una “prescrizione” speciale dalla Dottoressa dell’Amore Aleeza: concedetevi una pausa, vai in vacanza, vai ovunque, smetti di frequentare per un attimo e riprendi dopo una settimana o due con un nuovo tentativo e un reset».