Era il 17 maggio del 1984 quando prese il via la prima edizione del Jerusalem Film Festival. Per l’inaugurazione fu scelto un film italiano, “Ballando Ballando” di Ettore Scola, fresco dell’Orso d’oro per la miglior regia ricevuto al Festival di Berlino. Per l’occasione erano presenti alcuni dei grandi protagonisti del cinema dell’epoca: Jeanne Moreau, Warren Beaty, John Schlesinger, Andre Delvaux e anche Liliana Gish, indimenticabile attrice del cinema muto americano d’inizio Novecento.
In tre settimane vennero proiettati 100 film, tra anteprime israeliane e pellicole scelte tra le maggiori produzioni internazionali.
A distanza di trent’anni la formula del festival è un pò cambiata, soprattutto la durata e il numero dei film – non più tre settimane, ma dieci giorni; non più 100 bensì quasi 200 film proiettati – ma il prestigio che via via questa rassegna ha acquisito nel corso degli anni continua a rimanere immutato, anzi è aumentato grazie anche al successo e ai riconoscimenti internazionali che il cinema israeliano si è conquistato nel corso di questi ultimi anni.
La trentesima edizione del festival che prende il via oggi, 4 luglio, alla Cinemateque di Gerusalemme, sembra confermare una formula ormai collaudata: ampio spazio al cinema israeliano, che trova qui la sua migliore vetrina, ma anche alle grandi (e piccole) produzioni del cinema europeo, americano, asiatico – non si può dimenticare che proprio al Jerusalem Film Festival vennero proiettate le opere prime di registi ormai affermati come Wong Kar Wai, Tsai Ming-liang, John Sayles, Jim Jarmusch, Stephen Frears, Spike Lee, Quentin Tarantino, Neil Jordan, John Lasseter.
La serata di apertura è affidata a Hunting Elephants del regista israeliano Levi Reshef, interpretato da Patrick Stewart e dai due attori israeliani, Sasson Gabai e Moni Moshonov. La storia, dall’inizio drammatico, è quella di un adolescente, superdotato ma con gravi problemi nel rapporto con gli altri, lasciato dalla madre alle cure del nonno, ricoverato in un’ospizio. Proprio nell’ospizio Jonathan incontrerà una serie di stravaganti personaggi, che, come il nonno, sono gli ultimi superstiti del “Lehi”, la banda che all’epoca del mandato britannico rapinava le banche per dare i soldi alla costruzione dello Stato di Israele. Si ritroverà così coinvolto in una serie di esilaranti avventure per portare a termine l’ultimo grande “colpo” della banda.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3xnHUrlZgnw[/youtube]Particolare attenzione merita la sezione israeliana visto che due dei cinque film presentati lo scorso anno al Festival di Gerusalemme sono stati candidati all’Oscar come miglior documentario.
Fra i film presenti al Festival di quest’anno non mancano gli italiani, che sono presenti con due docu-film, “Il viaggio più lungo. Gli ebrei di Rodi” di Ruggero Gabbai, (sezione Jewish Experience) e “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani (Sezione, “Panorama”).
Molto attesi anche gli ospiti stranieri, fra cui il regista americano Richard Linklater, che presenterà il suo ultimo film, “Before Midnight“, e l’iraniano Mohsen Makhmalbaf, al quale verrà dedicato uno speciale tributo con la proiezione di quattro film, fra cui il famoso “Kandahar” e l’ultimo documentario, “The Gardener”.
Il programma completo dei film in calendario dal 4 al 13 luglio, si trova sul sito del Festival.