Il Pitifest della piccola Gerusalemme

Spettacolo

Anche questo autunno si è svolto a Pitigliano, la piccola Gerusalemme toscana, il Pitifest, festival di cinema e di cultura ebraica. Michela Scomazzon Galdi, che del “Pitifest” è il direttore artistico, è riuscita, nonostante i tagli economici subiti, a realizzare il suo “sogno”: un festival declinato tutto al femminile in occasione della ricorrenza dei 60 anni del voto alle donne. Il tema: la donna ebrea tra modernità e tradizione.
La prima serata si è aperta con il saluto delle autorità e l’intervento di Vittoria Franco, Presidente della Commissione Cultura del Senato, e per la sezione “Per non dimenticare”, con la bella mostra fotografica “Capelli d’oro e di cenere. Donne nella Shoah”, di Roberto Malini e Steed Gamero. La serata poi è stata allietata, in una antica cantina scavata nei tufi pitiglianesi, dalla presentazione del Presidio Slow Food “La cucina dei goym nelle città del tufo”. Qui abbiamo potuto anche gustare le specialità locali dell’“incontro” tra la tradizione ebraica e quella maremmana: pasta e ceci, tortelli di ricotta ricoperti di zucchero e cannella, e, soprattutto, lo sfratto e il bollo, dolci che risalgono alla metà del ‘500, quando gli ebrei fuggirono dallo Stato Pontificio e trovarono rifugio a Pitigliano. Poi il film “Prime” di Ben Younger, con protagonista una bravissima Meryl Streep che impersona la “tipica” psicoterapeuta ebrea newyorchese, nonché “yiddishe mame”, alle prese con il figlio bello e giovane che si innamora di una cattolica divorziata in carriera. “Prime” ci ha riportato alle tipiche atmosfere alla Woody Allen, divertenti e amare insieme.
La domenica cinematografica è stata contrassegnata dalla presentazione di due film già noti, ma sempre belli ed emozionanti: “Yentl” e “Come eravamo”, ambedue con Barbra Streysand protagonista. La vera novità è stata però “La petite Jerusalem” della regista franco-algerina Karin Albou. Il film narra la storia di due sorelle ebree algerine nel quartiere parigino di Sarcelle, appunto chiamato “la petite Jerusalem”. Due vite parallele ma con destini diversi, alla ricerca entrambe di una propria identità in un ambiente religioso spesso per loro conflittuale e oppressivo.
Piero Cannizzaro ha poi presentato il suo documentario “Il cibo dell’anima. Storie ebraiche”. Tale lavoro ruota attorno alla figura di Donatella Limentani, ebrea romana, che ha dedicato la sua vita alla raccolta delle ricette di cucina della antica tradizione ebraica. Girato nel Ghetto di Roma, “Il cibo dell’anima” dà uno spaccato reale di come viene vissuto il rapporto tra cibo e spiritualità.
Nel pomeriggio Edith Bruck ha presentato a un pubblico numeroso e attento il suo ultimo libro, “Lettera da Francoforte”, pubblicato da Oscar Mondadori nel 2004. E’la storia drammatica e attuale, in parte autobiografica, di Vera Stein, ex deportata che controvoglia decide di richiedere alla burocrazia tedesca l’indennizzo per ciò che in realtà non è risarcibile. Ma a poco a poco Vera incomincia a vedere nel risarcimento una sorta di riconoscimento di ciò che essa ha subito. Edith ha anche raccontato la sua storia di donna ebrea, ha trasmesso il suo impegno morale a testimoniare l’esperienza vissuta durante la Shoah. I suoi versi parlano del suo sentire: ”nascere per caso / nascere donna / nascere ebrea / è troppo in una sola vita”.
A chiudere la magnifica giornata è stato il concerto dell’Ensemble Lucidarium. “Lucidarium” è un gruppo specialista di musica antica. A Pitigliano hanno presentato “La Istoria de Purim”, poema di metà Cinquecento dell’intellettuale emiliano Mordekai Dato, fu scritto in lingua volgare per i membri della comunità che non conoscevano bene l’ebraico, ovvero donne e bambini. Un insieme di musiche e danze che testimonia quanto le comunità ebraiche hanno condiviso, fin dall’antichità, con la musica e le melodie dei “gentili”, in un processo di reciproco arricchimento.
Non si può fare a meno di parlare della attenta ospitalità della signora Elena Servi, che ha guidato con ottima conoscenza e con amore per la cittadina in cui vive da sempre, gli ospiti del Pitifest nella visita della sinagoga e del museo. Elena Servi è presidente dell’associazione “La piccola Gerusalemme”, che ha lo scopo di promuovere la conoscenza delle tradizioni dell’antica e vasta comunità ebraica di Pitigliano; tra le varie attività produce ora anche un ottimo olio di oliva kasher.
Pitifest è ormai diventato un appuntamento prezioso per approfondire i temi legati alla cultura ebraica, ed ogni anno si propone con aspetti nuovi e interessanti. Pitigliano stessa è un modello di convivenza civile in cui le diverse comunità religiose si sono integrate nel tempo sostenendosi reciprocamente: quanti pitiglianesi hanno aiutato gli ebrei durante la seconda guerra modiale!
Ci auguriamo che il Pitifest possa continuare a svolgere le sue qualificate attività anche in futuro, trovando il sostegno e la fiducia culturale che merita.