Scoperta all’Università di Tel Aviv la chiave che protegge i nervi

Salute

Nella foto in alto: la guaina mielinica (cerchi concentrici scuri) avvolge l’assone di un neurone al cui interno sono visibili cisterne di reticolo endoplasmatico liscio. Sezione trasversale ottenuta al microscopio elettronico a trasmissione (Fonte: Wikipedia)

di Michael Soncin
La ricerca pubblicata su Nature potrebbe aprire la strada in futuro a nuovi trattamenti per la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer e altre disfunzioni neurologiche

La mielina è la sostanza lipidica che riveste le fibre nervose e permette ai segnali elettrici di muoversi rapidamente attraverso il sistema nervoso. Dei ricercatori israeliani hanno scoperto un processo biologico, che aumenta la produzione di questa sostanza grassa.

Oggetto d’indagine sono state le cellule responsabili della produzione di mielina, sia all’interno del sistema nervoso centrale che in quello periferico. Lo studio si è focalizzato in particolare sul comportamento di una molecola proteica denominata Tfii-i, che regola l’espressione di numerosi geni. Prima d’allora, questa proteina era conosciuta per essere associata a uno sviluppo cerebrale anomalo e ad alcune sindromi genetiche, ma non era ancora nota la sua influenza sulla formazione della mielina.

Come riporta il Jerusalem Post, il gruppo ha scoperto che Tfii-i si comporta come un freno biologico, che limita la produzione di mielina. Per l’esperimento sono stati impiegati dei topi geneticamente modificati, a cui è stata rimossa selettivamente la proteina, esclusivamente dalle cellule produttrici di mielina.

Risultati sorprendenti

Con stupore è stato constatato che senza la proteina Tfii-i le cellule producevano livelli di mielina più elevati, permettendo così di creare delle guaine protettive più spesse attorno alle fibre nervose e determinando a sua volta un’accelerazione della trasmissione del segnale elettrico.

I topi hanno dimostrato migliori capacità motorie rispetto agli animali normali. Risultato dell’esperimento? Una maggiore produzione di mielina rafforzerebbe direttamente le prestazioni neurologiche.

Lo studio, definito rivoluzionario, apparso sulla celebre rivista Nature Communications, è stato condotto dal dottore Gilad Levy nel laboratorio del professore Boaz Barak, presso la Sagol School of Neuroscience e la School of Psychological Sciences dell’Università di Tel Aviv, in collaborazione con l’Università Ebraica di Gerusalemme, il Weizmann Institute of Science e il Max Planck Institute in Germania.

Barak ha detto che questo è uno dei pochi studi a identificare un meccanismo in grado di aumentare attivamente i livelli di mielina nel cervello. Questa scoperta, aggiunge lo scienziato, dimostra che è possibile “liberare i freni” alla formazione di mielina, controllando l’attività della proteina Tfii-i.

La speranza è di sviluppare soluzioni terapeutiche capaci di sopprimere l’attività di Tfii-i, per arrivare in futuro a ripristinare l’attività della mielina, nelle patologie che ne derivano dalla sua perdita. Potrebbe rivelarsi una soluzione per una serie di malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla e l’Alzheimer.