Dvora Ancona: «Voglio aiutare le donne a recuperare l’autostima e la sicurezza»

di Redazione

Salute e impegno sociale: intervista a Dvora Ancona. Ogni mercoledì, grazie a un team altamente qualificato, offre aiuto gratuito alle donne che portano i segni delle aggressioni

 

Donne vittime di femminicidi, violenze e soprusi in tutto il mondo che pongono fine alle loro vite o che deturpano i loro corpi e volti; donne coraggiose costrette a lottare per la propria libertà e i diritti umani. Come la pachistana Saman Abbas, scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato, o come Mahsa Amini, la ventiduenne iraniana arrestata dalla polizia religiosa e poi deceduta per aver indossato il velo in modo scorretto in pubblico; e ancora Mahak Hashemi, uccisa a 16 anni perché portava il cappello da baseball al posto del velo, senza contare le giornaliste imprigionate per aver sfidato i regimi.

Un tragico elenco che sembra non avere fine. La dottoressa Dvora Ancona è un medico chirurgo di successo specializzato in Medicina estetica, ma la sua attenzione da sempre è rivolta anche alle donne vittime di violenza. «Non riesco a rimanere indifferente davanti a tanta sofferenza e per questo ho deciso di battermi in difesa di queste donne fondando un’associazione per aiutarle a riprendersi la vita in mano. È nostro dovere denunciare questi crimini e combattere per un mondo in cui le donne possano vivere libere dalla paura e dalla violenza.

La Medicina estetica è una disciplina medica che possiede anche una forte valenza sociale. Oltre a combattere gli inestetismi, ha una funzione riabilitativa per aiutare le persone a recuperare l’equilibrio psico-fisico, riconoscersi, migliorarsi e amarsi di più, soprattutto nei casi di soprusi e violenze».

Da qui nasce nel 2015 l’associazione no-profit D.V.O.R.A (Donne Volontarie Operative Richiesta d’Aiuto), impegnata a cancellare i segni fisici e psicologici dei traumi subiti dalle donne, sia all’interno che all’esterno delle mura domestiche, da parte di uomini in apparenza gentili e appassionati che poi si rivelano aguzzini malvagi. Il progetto si propone di offrire trattamenti non chirurgici gratuiti per rimuovere le cicatrici e i segni dei maltrattamenti e delle aggressioni subite, al fine di aiutare le donne a recuperare l’autostima e la sicurezza che hanno perso. «Ogni mercoledì, dalle 15 alle 17 – spiega la dottoressa Ancona – grazie a un team altamente qualificato offriamo un aiuto gratuito a tutte le donne violate che portano con sé la denuncia dell’avvenuta aggressione».

Non sono solo le donne a chiedere aiuto alla dottoressa. Anche gli uomini vittime di incidenti o traumi si rivolgono a lei e alla sua associazione. Uno fra tutti Pasquale Padovano, unico sopravvissuto alla strage di Linate del 2001, in cui persero la vita 118 persone. Per lui sono state necessarie oltre cento operazioni in strutture ospedaliere per curare il suo corpo avvolto dalle fiamme. Anche la dottoressa Ancona ha dato il suo contributo per aiutarlo a recuperare alcune funzionalità compromesse dall’incidente. In sei mesi ha lavorato con il laser sulle fibrosi e i cheloidi che si erano formati consentendogli di girare il collo.

Infine, un aiuto arriva anche ai bambini haitiani: «molti di loro vivono in condizioni precarie e subiscono gravi ustioni alle mani – racconta la dottoressa Ancona –. L’obiettivo è cercare di far recuperare loro la funzionalità. Per questo otto anni fa ho creato a Santo Domingo un gruppo di lavoro in sinergia con i migliori centri di grandi ustionati».

La missione della dottoressa è quella di condividere con il pubblico il suo sapere di medico e chirurgo sensibilizzando le persone alla lotta per i diritti umani.
Un messaggio che ha trasmesso anche durante la Prima della Scala dello scorso dicembre, quando ha abbinato in modo provocatorio un cappellino sportivo a un capo di alta moda per ricordare che anche l’abbigliamento può testimoniare il grido di libertà delle donne.

 

 Lettere a Dvora

Vorrei chiamarlo …. D.V.O.R.A. Donne operative
richiesta di aiuto, racconto di una storia vera, anno 2015

Vi voglio raccontare una storia che mi è capitata qualche anno fa.
Ho conosciuto una ragazza alla quale era stato fatto un danno violento, proprio da colui che era stato l’amore della sua vita. Era più o meno il 2015 quando vidi arrivare una ragazza di circa 35 anni nel mio studio, che aveva il viso coperto da occhiali e mascherina. E pensare che all’epoca non venivano utilizzate le mascherine.
Quando entrò nel mio studio, capì di cosa si trattasse: si vergognava profondamente, mentre cercava di coprire il suo volto. Mi stupì di vedere il suo viso completamente deturpato. Aveva una ferita da fuoco, a partire dalla rima palpebrale (palpebra dell’occhio destro) fino ad arrivare al mento; su tutta la guancia destra. Anche la parte superiore era stata coinvolta.

Alla mia domanda su cosa fosse accaduto mi diede una risposta davvero triste. Durante una litigata con il suo compagno, questo le aveva “poggiato” il volto su una fiamma accesa del fornello su cui cucinava. Il fuoco acceso le aveva ormai bruciato tutta la parte destra del viso, ma non solo: anche i capelli. Velocemente era corsa in ospedale per essere operata con degli innesti che partivano dalla punta del capo, alcuni anche sintetici.
Risultato a due anni dall’accaduto? Il suo volto si presentava irriconoscibile. Per metà, la sua identità era stata cancellata. Venne dunque da me a chiedermi se fosse possibile ridare forma alla sua emifaccia destra senza chirurgia, con i trattamenti medici e le tecnologie. Fu questo il caso del Laser.
Da quel giorno cominciammo una cura di sedute laser che durò per circa un anno. Sulla zona dove aveva subito l’ustione, con l’utilizzo del laser, che ha una particolare capacità ricostruttiva, procedemmo per pezzi. Il calore del laser a micro spot nella profondità della pelle, riuscì infatti a risvegliare quel poco di collagene rimasto vivo.
La pelle, che poteva apparire distrutta e senza più vita, ricominciò piano piano a rigenerarsi. Chiaramente il miglioramento fu del 30% rispetto a quanto aveva distrutto quell’ustione; ma già tale miglioramento aiuta ancora oggi quella ragazza a potersi scoprire e, con un po’ di make up, non utilizzare più maschere o bendaggi per coprirsi il viso.

Racconto questa storia perché vorrei far sapere a tutti che abbiamo formato un’Associazione, di nome D.V.O.R.A.: Donne Volontarie Operative Richiesta d’Aiuto, che aiuta tutte le persone che hanno subito violenze familiari a ritrovare la propria identità.
Lo scopo dell’associazione è quello di cancellare con il laser le cicatrici causate da danni di violenza come questo; ma anche ferite da arma, coltelli o altro. Tutti i tipi di cicatrici presenti sul viso o sul corpo.

Ogni mercoledì riceviamo su appuntamento dalle ore 15 alle 17 tutte quelle donne che hanno avuto questo tipo di problematica, a titolo gratuito.
Vi lascio il telefono per poter prendere un appuntamento e chiunque abbia necessità di venire, perché sente che quelle cicatrici possano ricordare violenze subite, è ospitata da noi, portando la denuncia dell’avvenuto maltrattamento, personalmente e gratuitamente: 3397146644