Scoperti manoscritti in dialetto romanzo di Maimonide all’Università di Cambridge

di Michael Soncin
Un ricercatore di nome José Martínez Delgado ha scoperto nuovi frammenti di manoscritti del leggendario filosofo ebreo Maimonide (1135-1204), conosciuto ai più come il Rambam, presso la Biblioteca dell’Università di Cambridge. Le pagine identificate contengono alcuni termini relativi a erbe, alimenti di base e colori.

L’unicità della scoperta risiede nell’aver trovato delle pagine scritte in uno dei dialetti romanzi del tempo. Fino ad allora, si pensava che scrivesse esclusivamente in ebraico o in giudeo-arabo. I termini sono stati trovati in aggiunta, come traduzione sotto alcune parole. Il frammento di carta di 900 anni fa è parte della collezione Geniza del Cairo, avente oltre 200.000 frammenti che raccontano la vita di più di 1000 anni in Egitto e Medio Oriente.

60 nuovi frammenti

Sono circa una sessantina i frammenti che portano la calligrafia di Maimonide, la cui maggioranza sono scritti in giudeo-arabo: lettere, sentenze legali e le prime bozze delle sue opere più importanti.

«Qualcosa nella calligrafia in questi frammenti di Cambridge sembrava familiare. Avevo già visto questa calligrafia. Ho inviato rapidamente un messaggio al mio amico Amir Ashur, dell’Università di Tel Aviv. Non ho detto cosa stavo pensando, gli ho solo chiesto di guardare il frammento. Poi è arrivata la conferma dei miei sospetti. Amir aveva visto quello che avevo visto anch’io. Stavamo osservando la calligrafia di Maimonide, in una sorta di dialetto romanzo», ha spiegato Delgado. Come riporta il sito dell’Università di Cambridge, la notizia è stata ampiamente affrontata dalla stampa spagnola. José Martínez Delgado è visiting professor presso l’università inglese, dal Dipartimento di Studi Semitici dell’Università di Granada.

Si ritiene che Moshe ben Maimon, meglio conosciuto col nome di Mosè Maimonide, abbia scritto questi documenti tra il 1168 quando arrivò in Egitto e il 1204, anno della sua scomparsa. È stato uno tra i più grandi pensatori e filosofi ebrei del suo tempo, che ha influenzato anche personaggi esterni al mondo ebraico come Tommaso d’Aquino e Isaac Newton, noto inoltre per le sue conoscenze nel campo della scienza e della medicina.

Perché questa scoperta solo adesso? Come spiega Melonie Schmierer-Lee, ricercatrice associata presso l’Istituto di Ricerca Geniza, «I frammenti di Geniza del Cairo sono a Cambridge da oltre 120 anni, ma il lavoro di catalogazione e interpretazione è ancora in corso. Ogni scoperta come questa si basa sulla nostra conoscenza dell’Egitto nel Medioevo e sulla vita degli ebrei che vivevano nelle terre islamiche. È un tesoro per gli storici, ma per molti rappresenta anche un legame tangibile con il patrimonio della comunità ebraica e le sue tradizioni religiose».

Da notare la sequenza delle parole

Delgado ha osservato che il glossario copre quattro categorie semantiche: colori, sapori e aromi, azioni e cibo. «Perché questa raccolta? Cosa dicono di lui?». Ciò che curioso come spiega lo studioso è la categoria delle parole, scritte secondo una determinata sequenza.

I vocaboli riportati non seguono un ordine alfabetico, ma sono ordinati secondo una logica per associazioni di base, come pane e acqua, o per opposti: bianco e nero. Dai colori passa poi ai sapori e successivamente agli aromi. Si ipotizza che la connessione riguardi i sensi, iniziando dalla vista, il gusto ed infine l’olfatto.

Dal punto di vista linguistico è stato notato “che nonostante le parole siano scritte in un dialetto romanzo, i plurali sembrano essere italiani; perciò, si tratta di un testo molto misto”.

Nella foto: Due pagine del taccuino di Maimonide in cui ha elencato parole in giudeo-arabo e ha fornito traduzioni in giudeo-romanzo, (fonte Università di Cambridge).