Pubblicati i diari di Artom, partigiano ebreo

I diari di Emanuele Artom sono stati per per la prima volta pubblicati in edizione integrale e arrivano in libreria in questi giorni. Sono composti di due parti distinte: la prima concerne il periodo che va dal gennaio 1940 al 10 settembre 1943 e la seconda dal novembre 1943 alla fine del febbraio 1944.

Nella prima l’autore offre una testimonianza sullo sviluppo della persecuzione razziale a Torino, suggestive ed efficaci descrizioni degli effetti materiali e psicologici dei bombardamenti alleati sulla popolazione e infine un spaccato dei processi sociali che prendono l’avvio tra la caduta di Mussolini (il 25 luglio1943), la firma dell’armistizio e l’inizio dell’occupazione tedesca.

La seconda parte riguarda invece l’esperienza partigiana di Artom e presenta un affresco della vita delle bande: le dinamiche sociali, le difficoltà nell’incontro tra borghesi e proletari e nel confronto degli intellettuali cittadini con la realtà delle campagne, le tensioni tra popolazioni locali e resistenti.

La cronaca degli eventi, piccoli e grandi, che segnano la vita dei resistenti è in primo piano, ma non solo di questo si tratta: l’intransigenza morale di Artom lo porta anche a proporre una ricca serie di riflessioni di altissimo valore sull’eticità di quella lotta e sulle implicazioni politiche e morali delle scelte che, giorno dopo giorno, i combattenti dovettero compiere per affrontare le sfide del momento.

Emanuele Artom (Torino 1915-1944) nasce da una famiglia della borghesia ebraica torinese. Studente al Liceo D’Azeglio e allievo di Augusto Monti, è animatore col fratello Ennio di un circolo culturale ebraico, in cui molti giovani ebrei, tra i quali Primo Levi, colpiti dalla persecuzione cercheranno di indagare sul senso della loro identità. Parallelamente si avvicina all’antifascismo di marca Giustizia e Libertà, e all’indomani dell’8 settembre aderisce ufficialmente al Partito d’Azione. Catturato dai nazisti nel corso di un rastrellamento il 26 marzo 1944, riconosciuto ebreo oltre che commissario politico, è sottoposto ad atroci torture. Trasferito il 30 marzo nelle Carceri Nuove di Torino, muore il 7 aprile per le violenze subite. Il suo corpo fu sepolto in un bosco nei pressi di Stupinigi, ma il luogo della sepoltura non fu mai trovato.

Emanuele Artom, Diari di un partigiano ebreo, Bollati Boringhieri, pp. 264, 18,00 euro.