Lo sapevate che? “Andare in rosso”: dal Ghetto di Venezia ai giorni nostri

di Ilaria Myr

Chi non ha mai usato l’espressione “sono in rosso” quando si trova in difficoltà economiche? Questo perché è usanza in ambito contabile usare il colore rosso per indicare situazioni negative relative al bilancio.
Ma c’è anche un’altra ragione più storica, che ci riporta a più di 600 anni fa, quando a Venezia esisteva il ghetto ebraico.
Lì, nell’epoca in cui agli ebrei era permesso lavorare quasi soltanto come prestatori di denaro a interesse (attività vietata ai cristiani), esistevano tre banchi dove si poteva impegnare un oggetto in cambio di un prestito in denaro. Ricorderete forse Shylock, il mercante ebreo di Shakespeare, le cui vicende si svolgono proprio a Venezia…
Questi tre banchi, situati in Campo del Ghetto Nuovo, si chiamavano il Banco Rosso, il Banco Verde e il Banco Nero, probabilmente per il colore delle ricevute di pegno delle singole attività.

Chi, insomma, non aveva soldi, impegnando degli oggetti era “in rosso” o “al verde”, a seconda della ricevuta che gli veniva data dal Banco.
Queste attività, molto importanti per l’economia della Serenissima, sopravvissero fino alla fine della Repubblica (1797), e poi se ne perse il ricordo. Oggi però è ancora visibile nella piazza del Ghetto l’antica insegna del Banco Rosso e resta uno dei luoghi-simbolo della comunità ebraica dell’isola.