Jan Karski, testimone inascoltato della Shoah

Era l’autunno del 1942 quando Jan Karsky, membro della Resistenza polacca, partì per una missione segreta fra Londra e gli Stati Uniti. Il suo compito era di informare gli Alleati di quanto stava accadendo in Polonia e in particolare agli ebrei. “Dovrà soltanto riferire obiettivamente quello che ha visto, raccontare quello che ha vissuto in prima persona e ripetere ciò che in Polonia le è stato ordinato di dire su coloro che vivono là e negli altri paesi occupati d’Europa” gli disse il generale, primo ministro, Władysław Sikorski, in esilio a Londra. Fra le numerose missioni compiute da Karsky c’era stata infatti anche quella di infiltrarsi nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec, dai quali riuscì miracolosamente a fuggire e a salvarsi.

Karsky raccontò di quella missione fra Londra e Washington, degli incontri con il ministro britannico Antony Eden e poi con il presidente americano Franklin D. Roosvelt, in un memoriale dal titolo “La mia testimonianza davanti al mondo. Storia di uno stato segreto”. Quel memoriale, scritto e pubblicato nel 1944, fu ignorato per anni, così come del resto accadde allo stesso Karsky, la cui storia venne alla luce sono negli anni ’80, grazie alla lunga intervista rilasciata a Claude Lanzmann per il documentario “Shoah”.

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In occasione della recente pubblicazione de “La mia testiominianza davanti al mondo” per i tipi di Adelphi, i Dipartimenti di Lingue e Letterature straniere e di Scienze e Studi Storici dell’Università Statale di Milano, hanno organizzato un convegno e una mostra dal titolo “Jan Karsky, una missione per l’umanità”.

Il convegno, organizzato insieme al Consolato generale della Repubblica di Polonia e al Museo della Storia della Polonia, si terrà presso la Sala Napoleonica di Palazzo Greppi (via S. Antonio, 10)  a apartire dalle 10.30. Fra gli ospiti della giornata Marcello Flores, dell’Università degli Studi di Siena, Maciej Podbielkowski, del Museo dell’Insurrezione di Varsavia, Carla Tonini, dell’Università “Alma Mater” di Bologna, Ewa Wierzynska, promotrice del programma “Jan Karski, una missione incompiuta” e Luca Bernardini, dell’Universita degli Studi di Milano. La mostra, invece, sarà inaugurata alle 17.00 in via Festa del Perdono.

Jan Karsky entrò nella Resistenza polacca nel 1939; fu subito incaricato di tenere le relazioni fra lo Stato segreto polacco – una struttura clandestina perfettamente funzionante nelle sue varie ramificazioni – e gli organi ufficiali del governo in esilio a Londra. Fra le numerose e pericolose missioni compiute da Karsky, va ricordata senz’altro quella nel ghetto di Varsavia e nel campo di transito di Bełzec, in seguito alle quali decise di denunciare al mondo le atrocità che i nazisti stavano commettendo ai danni non solo della nazione polacca ma di tutti gli ebrei. Ricevuto anche dal presidente americano Roosvelt purtroppo la sua testimonianza rimase inascoltata. Dopo la Guerra rimase negli Stati Uniti dove per 40 anni ha insegnato all’università Georgetown di Washington.
Karsky è stato riconosciuto Giusto fra le Nazioni nel 1982; è scomparso nel 2000 all’età di 76 anni.

Jan Karski, una missione per l’umanità
Lunedì 13 maggio, ore 10.30
Palazzo Greppi,  Sala Napoleonica
Via S. Antonio, 10
Milano