Boaz Konforty, attore della serie Fauda

Boaz Konforty, il cecchino della serie tv “Fauda” si racconta in una intervista

di Roberto Zadik
Una serie tv di grande successo, che si chiama Fauda e che va in onda su Netflix, sta raccogliendo seguito di pubblico e critica e diversi riconoscimenti istituzionali e politici di rilievo. Composta da attori israeliani e arabi, essa descrive in equilibrio fra dramma e action movie, la spinosa realtà del conflitto israelo-palestinese con toni equidistanti e non prendendo mai posizione né politicamente né ideologicamente. Intervistato alla serata del Keren Hayesod dello scorso 4 marzo, uno dei suoi interpreti, Boaz Konforty, l’attore israeliano di origine ebreo romena, 45 anni a maggio e padre di due figli, ha rivelato alcuni interessanti retroscena riguardo allo sceneggiato televisivo. Qui le sue risposte ad alcune domande.

La serie tv mostra entrambe le parti in modo equidistante, qual è secondo te il contributo che questo approccio può dare al conflitto considerando il “nemico” come essere umano?

Penso che questo approccio sia molto utile per cercare di darci la forza per trovare la soluzione a questo conflitto. Nonostante la complessità del tema, con mia grande sorpresa non ci sono state critiche e questo indica un senso della misura che si è rivelato decisamente positivo. Abbiamo anzi ricevuti vari complimenti da parte dei vari gruppi etnici presenti nel Paese, israeliani, arabi, ortodossi e laici.

Come è stato per te essere un attore in questa serie tv? Come sono state le relazioni fra gli attori arabi e quelli israeliani?

È un grande onore far parte di questa serie che affronta entrambi i generi con grande sobrietà, tenendo presente che alcune scene devono essere più drammatiche e altre invece decisamente movimentate e d’azione con salti e acrobazie di vario tipo, senza che ci siano “tempi morti” o momenti di pausa  e di lentezza. Sul set ottimi sono stati i rapporti umani fra attori arabi e israeliani in un clima di totale collaborazione.

A cosa si riferisce il titolo “Fauda”?

La parola stessa rappresenta il caos, il disordine, il turbamento interiore e la paura. Questo termine allude al timore enorme provato dai soldati israeliani che, incaricati in questa serie, di mimetizzarsi da arabi per infiltrarsi in mezzo al nemico vengono scoperti nella loro missione. Questo indica il profondo sconvolgimento quando si viene scoperti dall’altro così come l’esultanza del nemico. Il messaggio di questa serie si concentra su quanto siano negativi i conflitti e su come invece sia molto importante cercare di rispettarsi fra le parti cercando di analizzare i rapporti umani e partendo da essi.