François Mitterrand e Sandro Pertini: furono buoni Presidenti della Repubblica?

Opinioni

di Angelo Pezzana

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François Mitterrand

[La domanda scomoda]
La Francia ha finalmente dissecretato la documentazione riguardante il regime collaborazionista di Vichy con l’invasore nazista. Notizie fram- mentarie erano già apparse anni fa, soprattutto quelle di perso- naggi che hanno poi ricoperto cariche importanti nella vita della Repubblica, come François Mitterrand, dei cui trascorsi poco chiari si sapeva anche se in modo superficiale. Una prova di democrazia, anche se con molto ritardo. Il suo passato però, per quanto imbarazzante, non è più affare da prime pagine. Non la pensa così Le Figaro, che ha chiesto ai propri lettori se Mitterrand è stato un buon Presidente della Repubblica. Una domanda generica, un giudizio globale, che però ha tenuto conto delle ultime rivelazioni, se l’85 per cento ha risposto NO. Una percentuale molto alta, che non onora la sua memoria.

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Sandro Pertini

La funzione del Capo dello Stato francese non è paragonabile al nostro Presidente della Repubblica, i poteri a sua disposizione sono infinita- mente maggiori. Sarà forse per questo che un sondaggio come quello di Le Figaro in Italia non è mai stato fatto. Ad eccezione che per Luigi Einaudi, che ha riscosso sempre grandi apprezzamenti trasversali, gli altri Presidenti non sono entrati nella memoria collettiva, salvo polemiche suscitate quando erano al Qui- rinale, ricordiamo Leone e Cossiga. Ce n’è uno però sul quale vorremmo porre la domanda rivolta a proposito di Mitterand. Un ex partigiano. Un buon Presidente? Il suo nome è Sandro Pertini, che nell’ormai lontano ma non dimenticato anno 1982, pronunciò il consueto messaggio di fine anno a reti unificate dimenticando di ricordare l’uccisione davanti alla sinagoga di Roma di Stefano Tachè, da parte di terroristi palestinesi, il 9 ottobre di quell’anno.

Non entriamo in questa sede sulle connivenze, ci interessa piuttosto sottolineare l’immagine che Pertini diede di sé davanti alle telecamere, in un atteggiamento del tutto fuori luogo: con un bimbo palestinese seduto accanto a lui, sopravvissuto alla strage di Sa- bra e Shatila, attribuendone la responsabilità a Israele. Per Pertini, evidentemente, non erano stati i cristiani maroniti gli esecutori della mattanza per vendicare l’assassinio del presidente cristiano Gemayel, nessun dubbio, il colpevole senza appello era lo Stato ebraico. La connivenza del PSI di Bettino Craxi (partito a cui Pertini apparteneva) con il terrorismo palestinese – lunga è la lista – trovò in quella trasmissione la benedizione della carica più alta della Repubblica. Oggi la figura storica di Pertini è consegnata all’oblio; di lui si ricorda, insieme a pipa e occhiali, anche l’aver ricevuto con tutti gli onori Arafat, (ma era in buona compagnia, Arafat venne accolto anche dal Papa). Oggi, che il suo nome è dimenticato, soltanto qualche curioso viaggiatore potrà leggerlo sotto la scrit- ta “Aeroporto di Torino”, uno scalo a lui dedicato, sempre in epoca craxiana, pur essendo Pertini genovese. Tuttavia, al momento dell’atterraggio, oggi il salu- to è ‘Benvenuti all’aeroporto di Torino Caselle’. Ma il nome di Sandro Pertini potrebbe ricomparire presto. Alitalia è stata comprata da Etihad, compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, che nello scorso mese ha rilanciato il marchio con una grande campagna pubblicitaria su tutti i giornali; peccato che nelle destinazioni internazionali, tutte debitamente segnalate, ne mancasse una: Tel Aviv. Ci auguriamo che nessun responsabile Etihad legga queste righe, potrebbe venirgli in mente di ricordare agli assistenti volo di rimettere accanto a Torino Caselle un nome, il cui ricordo è bene rimanga sepolto negli archivi di Wikipedia e della Rai