di Roberto Zadik
Si parla spesso e volentieri, anche troppo, specialmente negli ultimi tempi di politica, di come stanno andando le cose in questo tormentato e frenetico 2016 che sta per terminare fra mille incertezze. Ma non ci si chiede, almeno non spesso, come gli altri Paesi ci vedano e quali siano i commenti sull’attuale scenario politico italiano da parte delle altre nazioni. Sono anni molto complicati anche per l’Italia con un progressivo avanzamento del populismo, dei movimenti di “rottura” e di opposizione anti-sistema e anti-immigrazione e una ondata crescente e apparentemente sotterranea e silente delle masse, di rabbia e malcontento specialmente giovanile ma non solo. Cade il governo Renzi e ora cosa ci attende? Il clima politico-istituzionale è a dir poco teso e dopo anni di crisi economica, politica e morale del Paese anche la popolazione appare stanca, provata dalla crisi e in cerca di un cambiamento rappresentato però da forze estreme che potrebbero mettere a rischio la moderazione e la democrazia.
Di questo argomento si parla anche in Israele e sul prestigioso quotidiano “Haaretz” su cui è uscito questa interessante analisi dell’opinionista Sefy Hendler. Qui pubblichiamo la traduzione dell’articolo “L’Italia ha il suo Trump”. Qui sotto il testo:
“Populismo, sentimenti anti- immigrazione e l’attuale crisi della classe dirigente sono attualmente molto presenti in Italia in una miscela altamente tossica che il Paese sta per ingerire in questi mesi. Manifestazione di questo sono Beppe Grillo, fondatore del Movimento anti-sistema e ribelle “5 Stelle” di cui è membro anche l’attuale sindaco di Roma, Virginia Raggi, che si sono segnalati come esponenti di punta del “No” a questo ultimo referendum costituzionale”.
Nel testo del suo intervento Haaretz collega la figura della Raggi e del Movimento al personaggio di Donald Trump. Una analogia che a prima vista sembra discutibile ma che l’opinionista israeliano riprende dal  sito statunitense Breitbart. Nel portale americano che si sta rivelando come la Pravda di Trump in un recente articolo uscito in occasione della campagna elettorale per le presidenziali si parla della Raggi come “l’avvento di una nuova era avvenuto con la versione “romana” del miliardario americano neo presidente. Nel sito americano il sindaco Raggi viene descritta come un’applicazione italiana del modello Trump, “eletta” come ha specificato Haaretz come “ candidata del movimento per dirigere una delle cittĂ piĂą complesse del Paese. Cavalcando l’ondata di disgusto derivata dalla corruzione romana degli ultimi mesi, la Raggi ha battuto sia il candidato del partito di Berlusconi che quello di Renzi per il centrosinistra. La sua vittoria ha costituito un vero terremoto nella politica italiana evidenziando che i partiti tradizionali sono alla fine dei loro giorni”.
Sempre citando Breibart News, sito il cui direttore è il controverso Steve Bannon membro del futuro governo Trump, Haaretz e il suo opinionista nonostante tutto approvano l’analisi sulla situazione italiana condividendo le perplessità americane sull’attuale stato delle cose. Concordando con Breibart su questo argomento, Haaretz mette in luce diversi elementi interessanti. “Trump non è dunque un fenomeno solo americano” prosegue il sito israeliano “e il populismo è diventato un elemento comune anche all’Europa, dalla Gran Bretagna all’Austria, alla Francia, all’Ungheria e che ora si sta diffondendo anche in Italia esattamente come sta accadendo negli Stati Uniti. Così anche mancano due mesi all’effettiva entrata di Trump alla Casa Bianca, in Europa si sta già sentendo la stessa atmosfera che ha provocato la sua vittoria in America. Si sta percorrendo un cammino comune, fra Europa e Stati Uniti e il vecchio continente ha cominciato ben prima mostrando al nuovo il suo piano.  Tutto questo progetto anti-sistema è arrivato anche alla città più antica, Roma.
Dal momento della sua nomina a sindaco, la Raggi si è trovata in un ciclone derivante causato dal desiderio degli altri partiti di delegittimarne da subito il potere. Questo potrebbe essere quello che accadrà anche a Trump.” Un parallelismo insolito quello fra il Movimento 5 Stelle e Donald Trump che il sito Haaretz analizza nei suoi tanti punti in comune ma non finisce qui. “Paradossalmente” continua Haaretz “ci sono sorprendenti analogie anche fra la Raggi e il suo acerrimo rivale Matteo Renzi.” Secondo il sito, il premier uscente e appena dimessosi dopo il referendum “è stato eletto tre anni fa, come principale candidato della sinistra, e dotato di ben più esperienza della Raggi e di un reale desiderio di cambiamento. Non è contaminato dal populismo del Movimento 5 Stelle, anche se allo stesso modo, Renzi è salito al potere per sbaragliare la classe politica dirigente e i politici tradizionali l’hanno duramente ostacolato in questo suo tentativo.” Pubblicato prima delle elezioni dello scorso 4 dicembre, l’articolo evidenzia come “domenica Renzi affronterà il suo momento della verità quando l’Italia voterà il referendum che di fatto deciderà la fine del Senato assicurandogli una più solida maggioranza parlamentare.
Secondo Haaretz anche l’Italia dovrà sperimentare una miscela molto rischiosa di “sentimenti di populismo, di opposizione all’immigrazione e un establishment sempre più anziano. Napoleone, un grande ammiratore dell’Italia, una volta disse che c’è una soglia fra il sublime e il ridicolo. L’Italia, il più bello fra i Paesi non ha problemi a varcare questa soglia e forse essa verrà rappresentata da questo referendum”.