Vivere a Tel Aviv, una “Vita su Marte” in un nuovo libro

Libri

di Jonathan Misrachi

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Mercoledì 20 Gennaio alle ore 19.00, presso i “Frigoriferi Milanesi” si è tenuta la presentazione di “Life on Mars” di Fiammetta Martegani, edito da Tiqqun come e-book. Un romanzo ideato all’interno di un bar, il “Casbah”, che l’autrice ha frequentato durante la sua permanenza in Israele. “Cosa ha portato una giovane italiana a vivere a Tel Aviv, in quella gabbia di matti a cielo aperto chiamata Israele?” è una domanda frequente che troviamo nel libro e nella presentazione a cui hanno partecipato anche Anna Momigliano, Antonella Crippa e Anna Foà.

I personaggi e le loro storie gravitano attorno ad un luogo solo, il bancone del bar, rendendo questo romanzo un contenitore di storie più simile ad una sitcom, come racconta l’autrice: “Tempi e vicende sono più ‘televisive’, con gente che entra e esce dal bar trascinandosi dietro il classico mood leggero ‘telaviviano'”. L’autrice ha scelto il nome “Life on Mars” per diversi motivi: “il primo è per la celebre canzone di David Bowie, poi per Marte, terra sconosciuta come quella d’Israele, raccontata solo per i conflitti e i lati negativi che contiene. E infine perché Marte è il Dio della guerra, anche se a Tel Aviv la guerra si vede raramente”. Tel Aviv, elemento centrale delle vicissitudini raccontate da Fiammetta Martegani, viene spesso definita come una “bolla”, che riesce a isolarsi dalla caotica circostanza mediorientale portando dentro solo una vivace voglia di vivere.

Durante la serata, in cui sono state esposte fotografie della città di Mario Troiani, l’autrice ha anche risposto alle domande delle relatrici che sono intervenute con le loro analisi, chiedendo, per esempio, se questa “bolla” rischia di esplodere, così come sta succedendo a Parigi. Fiammetta Martegani sostiene di no: “Tel Aviv è una città in cui i giovani passano le proprie giornate proprio come lo farebbero in una qualsiasi altra metropoli, come New York o Milano. Una volta Tel Aviv era un microcosmo del mondo, ora il mondo è nella direzione per diventare il macrocosmo di Tel Aviv tramite il cosmopolitismo, che può superare le barriere politiche e i confini del conflitto”.
In conclusione, l’autrice riflette sul concetto di chi vive “in-between”, ossia di chi si trova a casa ovunque, e allo stesso tempo da nessuna parte. Una riflessione che l’autrice trasmette, con un taglio semi-autobiografico, a Zoe, protagonista del libro, che deciderà per questo di partire per un lungo viaggio che la porterà da Tel Aviv a Venezia, passando per New York e Matera: luoghi che con le proprie persone e storie la accompagneranno alla ricerca della propria identità.

Jonathan Misrachi

Twitter: @jonnyMisra